venerdì,Novembre 29 2024

Carcere di Vibo: trovati due cellulari nelle scarpe di un visitatore

Gli agenti hanno impedito l'ingresso di vari oggetti non consentiti che avrebbero potuto mettere seriamente a rischio la sicurezza della casa circondariale

Carcere di Vibo: trovati due cellulari nelle scarpe di un visitatore
Nella foto il Comandante Salvatore Conti ed il vice Carmelo D'Angelo

Due telefoni di ultima generazione – capaci anche di navigare in rete e di registrare video e scattare foto – sono stati intercettati nella mattinata di ieri nella sala controlli del carcere di Vibo Valentia, durante le ordinarie e propedeutiche ispezioni. Gli oggetti stavano per fare ingresso nel carcere attraverso i familiari in visita all’interno del penitenziario. Il personale di Polizia Penitenziaria, sotto il coordinamento del comandante Salvatore Conti, con il contributo del vice Carmelo D’Angelo, del responsabile dell’ufficio colloqui Vincenzo Tigani e del personale dell’ufficio, dopo aver interloquito con la Procura della Repubblica diretta da Camillo Falvo, e con la Procura del Tribunale dei Minorenni di Catanzaro Mariarita Tartaglia, poiché era coinvolto anche un minore, hanno rinvenuto gli oggetti non consentiti. I controlli hanno permesso di impedire l’ingresso in carcere, non soltanto di due videotelefoni, ma anche di sim card, cuffie, cavetti usb e un orologio, tutti oggetti abilmente occultati all’interno delle scarpe utilizzate da uno dei visitatori. [Continua in basso]

La polizia penitenziaria di Vibo Valentia, su disposizione delle autorità giudiziarie competenti ha provveduto pertanto al sequestro degli oggetti, attualmente posti al vaglio degli organi inquirenti, effettuando ulteriori controlli anche all’interno del penitenziario. Il direttore Angela Marcello esprime plauso per l’operazione condotta dalla polizia penitenziaria sotto il prezioso coordinamento delle autorità giudiziarie inquirenti, evidenziando come grazie allo scrupolo e abnegazione del personale, ancora una volta, si è impedito, malgrado la carenza di personale, l’ingresso di oggetti non consentiti, che avrebbero potuto mettere seriamente a rischio la sicurezza del penitenziario e quella del territorio, soprattutto qualora in possesso di detenuti appartenenti alla criminalità organizzata.

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