Caso Bombardieri, interviene pure il testimone di giustizia vibonese Barbagallo
Lo sfogo dell'imprenditore portato alla rovina dai clan: «Se molti di noi hanno trovato il coraggio di parlare è merito di magistrati come l’attuale procuratore di Reggio»
«Mi domando come sia possibile per il cittadino avere fiducia nella magistratura se uno dei più importanti organi di giustizia del nostro Paese sentenzia sulla scorta di un’affermazione così macroscopicamente falsa, che non solo mette in discussione il futuro di uno degli uffici giudiziari della Calabria, ma offende anche la storia personale e professionale di un uomo che speso la parte più importante della sua carriera nella lotta alla ‘ndrangheta, oltre che la gratitudine di un popolo intero verso questo stesso uomo». [Continua in basso]
Sono le parole pronunciate da Salvatore Barbagallo, testimone di giustizia, imprenditore portato in rovina dalla protervia delle cosche calabresi, che così si esprime sulla sentenza del Consiglio di Stato il quale, accogliendo il ricorso dell’ex procuratore di Lucera Domenico Angelo Raffaele Seccia, ha annullato la decisione del Csm sulla re-investitura di Giovanni Bombardieri quale procuratore capo di Reggio Calabria perché – secondo il supremo organo di giustizia amministrativa – lo stesso Bombardieri non avrebbe documentato un’idonea esperienza antimafia.
«Il Consiglio di Stato – dice Barbagallo – dovrebbe sapere che se ci sono vittime di mafia che hanno trovato il coraggio di rompere il silenzio e di sfidare la paura della ‘ndrangheta lo si deve a magistrati come Giovanni Bombardieri che, mi consta personalmente, nei suoi lunghi anni trascorsi alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, come aggiunto ma anche come procuratore capo facente funzioni, ha restituito dignità e credibilità alle istituzioni di questa nostra terra martoriata. Parliamo di un magistrato – prosegue il testimone di giustizia – la cui carriera non merita di essere messa in discussione da una menzogna così grande perché esprime un paradosso che raggela le coscienze. Ma scherziamo? Uno come lui non ha esperienza antimafia? E se non ha esperienza Bombardieri, e prendo in prestito le parole di un altro grande magistrato che ha avuto l’onestà intellettuale di assumere una posizione al riguardo, ovvero Camillo Falvo, chi ne ha?».
Prosegue il testimone di giustizia: «In Calabria, sul piano della lotta alla mafia, sono stati compiuti enormi passi in avanti. L’arrivo di Nicola Gratteri a Catanzaro – aggiunge – è stato un passo fondamentale. Ma prima del suo arrivo altri magistrati si sono spesi con professionalità, coraggio e spirito di sacrificio. Penso all’attuale procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, e penso a Giovanni Bombardieri. Sono magistrati come questi che hanno rappresentato il seme di una nuova speranza per tutti noi. E chi questa speranza la nutre ancora oggi – chiosa Barbagallo – come volete si senta a leggere questa sentenza del Consiglio di Stato? Spero che il Csm sappia affrontare la vicenda con la responsabilità necessaria. I calabresi hanno bisogno di una magistratura credibile, non tradisca questa aspettativa».
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