“Uniti per la truffa”: assoluzioni e prescrizioni a Vibo per gli ex amministratori di Nardodipace
Sotto processo in 18, fra cui l’ex primo cittadino Romano Loielo e il vicesindaco Romolo Tassone. Cinque anni per arrivare al rinvio a giudizio, oltre otto per la sentenza. L’operazione era scattata nel febbraio 2015
Sentenza del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Gianfranco Grillone, per i 18 imputati coinvolti nell’operazione della Procura e dei carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno denominata “Uniti per la truffa”, scattata il 3 febbraio del 2015. Assolti dal reato di associazione a delinquere – finalizzata alla commissione di una pluralità di truffe ai danni della Regione Calabria e della Comunità europea per il conseguimento di erogazioni pubbliche – l’ex sindaco Romano Loielo, l’ex vicesindaco Romolo Tassone, Fabio Rullo, Mario Carrera (fra i presunti beneficiari di contributi finanziari della Regione), l’ex assessore comunale Maurizio Maiolo, Marinella Iacopetta (moglie dell’allora assessore Maiolo), Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Lucia Primerano, Luigi Tassone, Marisa Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo, Sandro Randò, Alberto Franzè (già vicesindaco nella seconda giunta Loielo) e Antonio Franzè (ex consigliere comunale di maggioranza). L’assoluzione per loro è con la formula “perché il fatto non sussiste”. Assoluzione dal reato di truffa “per non aver commesso il fatto” per Luigi Tassone e Fabio Rullo. Assoluzione da altri reati-fine, “perché il fatto non sussiste” incassano anche Romolo Tassone, Marinella Iacopetta, Lucia Primerano, Maurizio Maiolo, Fabio Rullo, Marisa Maiolo, Rita Fazio, Valeria De Masi. [Continua in basso]
Reati prescritti per sette imputati
Non doversi procedere per i reati di truffa e tentata truffa, in quanto i reati sono stati dichiarati dal Tribunale estinti per intervenuta prescrizione, nei confronti di: Romano Loielo, Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Mario Carrera, Grazia Silipo e Sandro Randò. In questo caso – non avendo nessuno degli imputati rinunciato alla prescrizione – il Tribunale ha ritenuto non evidente la non colpevolezza degli stessi ed ha quindi dichiarato la prescrizione in luogo dell’assoluzione. Ricordiamo che il rinvio a giudizio degli imputati era arrivato il 25 febbraio del 2020, a ben cinque anni dalle misure cautelari. [Continua in basso]
Le accuse
Secondo l’accusa, l’allora sindaco Romano Loielo sarebbe riuscito ad ottenere finanziamenti pubblici per aiuti alle imprese attraverso la concessione di borse lavoro ed incentivi occupazionali sotto forma di integrazione salariale e formazione continua. Tutti progetti finanziati attraverso il Por Calabria Fse 2007/2013. Loielo – ad avviso della Procura – avrebbe girato i finanziamenti ad associazioni a lui vicine tra cui un’associazione di volontariato nella cui sede vi erano, ad avviso degli inquirenti, uno studio dentistico abusivo ed un pub mai aperto.
Si tratta dell’associazione “Protezione civile Dolmen”, dell’associazione sportiva ”Allarese”, dell’associazione “Acli S. Todaro” e del pub “Ascot”. Tali soggetti giuridici sarebbero stati utilizzati dal presunto gruppo capeggiato dall’allora sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, per ottenere le erogazioni agevolate. Le linee di intervento del Por 2007/2013 sulle quali sarebbero state riscontrate le incongruenze sono 3: sostegno al reddito sotto forma di erogazione di borse lavoro, aiuti per le assunzioni, formazione continua. Complessivamente le istanze presentate ammontano a circa 100 mila euro: 24 mila euro suddivisi in tre borse lavoro da 8 mila euro ciascuna, 72 mila euro come integrazioni salariali, 7mila euro per la formazione continua e 1600 per la formazione in aula. Il tutto utilizzando sedi di associazioni che in realtà, secondo la Procura, sarebbero state abitazioni private e dove non sarebbe mai avvenuta alcuna attività di formazione.
Il pm aveva oggi concluso la propria requisitoria chiedendo per tutti gli imputati la prescrizione. Il Tribunale è stato di diverso avviso, assolvendo per diverse contestazioni (fra cui la principale, quella legata al reato associativo), e prescrivendo per altre.
Nel collegio di difesa, gli avvocati Cosimo Albanese, Pierpaolo Emanuele e Pasqualino Patanè. La Regione Calabria si era invece costituita parte civile ed era assistita dall’avvocato Rossella Graziadio.
Romano Loielo ricopre attualmente l’incarico politico di vicesegretario provinciale dell’Udc.
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