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Nessuna diffamazione ai danni del direttore dell’Accademia della Dieta Mediterranea di Nicotera

La Cassazione ribalta le decisioni del Tribunale di Vibo e della Corte d’Appello di Catanzaro e manda assolto l’imputato, professore universitario, perché il fatto non costituisce reato. Accolto il ricorso degli avvocati Vecchio e Vallelunga e ribadito il diritto di critica e satira

Nessuna diffamazione ai danni del direttore dell’Accademia della Dieta Mediterranea di Nicotera

La quinta sezione penale della Corte di Cassazione, in accoglimento del ricorso presentato dall’avvocato Giovanni Vecchio, ha annullato senza rinvio perché il fatto non costituisce reato la sentenza con cui la Corte d’Appello di Catanzaro aveva confermato la decisione del Tribunale di Vibo Valentia che condannava Giuseppe Raffaele Cavallari per il reato di diffamazione aggravata in danno di Antonio Leonardo Montuoro, direttore dell’Accademia della Dieta Mediterranea di Nicotera, difeso dall’avvocato Salvatore Campisi.
La vicenda processuale nasceva dalla distribuzione di un volantino satirico, fatta dal Cavallari, durante un convegno della predetta Accademia nel quale, in tono canzonatorio, veniva criticata l’attività dello stesso ente. La Corte catanzarese, nel confermare la pronuncia di condanna, aveva rigettato il motivo di impugnazione attinente all’esistenza della scriminante del diritto di critica. [Continua in basso]

La difesa dell’imputato (avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Vallelunga) aveva stigmatizzato negativamente le valutazioni delle conformi sentenze di merito poiché contrastanti con le disposizioni di rango costituzionale (art. 21) e sovrannazionali (art. 10 C.E.D.U.) poste a tutela della libertà di manifestazione del pensiero. All’attenzione della Suprema Corte, in particolare, si era rappresentato l’errore di fondo dei giudici territoriali, che non avevano considerato le peculiarità del diritto di satira che, diversamente da quello di cronaca, è sottratto all’obbligo di riferire fatti veri poiché, mediante il ricorso al paradosso e alla metafora surreale, esprime un giudizio ironico su un fatto. Proprio in questi termini, si erano richiamati numerosi e mai avversati precedenti giurisprudenziali che avevano legittimato espressioni anche lesive della reputazione altrui, purché espressive di un dissenso ragionato e non in un’aggressione gratuita e distruttiva dell’onore.

La Corte di legittimità ha così accolto il ricorso difensivo, annullando senza rinvio la sentenza impugnata perché il fatto non costituisce reato e revocando le statuizioni civili.
Da ultimo si segnala che Giuseppe Raffaele Cavallari, originario di Nicotera è docente universitario presso l’Università Sorbona di Parigi e che lo stesso aveva rinunciato alla prescrizione nel giudizio di merito.

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