Il Corsivo | L’operazione Olimpo e la via del silenzio scelta dalla politica vibonese e non solo
A quattro giorni dal blitz nessun sindaco, partito, sindacato e associazione di categoria ha inteso inviare un qualunque comunicato stampa di plauso e sostegno alla Polizia ed alla Dda di Catanzaro. Cade definitivamente il muro dell’ipocrisia in un territorio da “bonificare” ad ogni livello
E’ un silenzio assordante che continua a perdurare quello della politica vibonese a tutti i livelli, quello dei sindacati, delle associazioni di categoria e dei tanti “professionisti” (a parole) dell’antimafia dei salotti profumati e dei convegni sul nulla, a quattro giorni dall’imponente operazione Olimpo portata a termine dalla polizia con il coordinamento della Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Un silenzio talmente evidente quanto imbarazzante che fa invece a “cazzotti” con il mormorio fragoroso dei commenti “dietro le quinte”, in strada, nei bar, nei luoghi di lavoro e persino via WhatsApp. La posta elettronica delle redazioni dei giornali è rimasta ferma quanto a comunicati stampa da parte di questo o quel politico, da parte di questo o quel sindaco, da parte del mondo imprenditoriale e dei commercianti e stessa cosa vale per i partiti di ogni schieramento politico.
Nessun comunicato di sostegno o plauso all’opera di pulizia intrapresa dalla Polizia di Stato e dalla Dda di Catanzaro, nessun comunicato stampa di vicinanza al procuratore Gratteri ed ai suoi Pm. Nulla di nulla o quasi. Un dato di fatto mai registrato prima e sul quale occorre riflettere. Cosa emerge infatti dall’inchiesta per come denunciato pubblicamente in conferenza stampa dallo stesso Nicola Gratteri? Che la provincia di Vibo Valentia è ad altissima densità mafiosa, con una ‘ndrangheta di serie A, con un’attività estorsiva capillare che non risparmia nessuno fra imprenditori grandi e piccoli, con clan che continuano a lucrare su ogni opera pubblica (e spesso anche privata) in costruzione nel Vibonese, e con tentacoli che arrivano sino alle pubbliche amministrazioni e anche sin dentro quelle “istituzioni” che dovrebbero controllare e prevenire le infiltrazioni mafiose, specie negli enti locali.
A fronte di tutto ciò, non si è registrata alcuna manifestazione di sostegno all’operato degli inquirenti che hanno portato termine l’operazione Olimpo. Un “calati juncu ca passa la china” già sperimentato abbondantemente in questi anni dalla politica vibonese che dinanzi a fatti eclatanti, quanto scomodi, ha preferito abbassare la testa aspettando che passasse il clamore mediatico per ritornare in sella come prima, come se nulla fosse mai successo. Colpisce nel caso dell’operazione Olimpo che nessuna forza politica vibonese abbia preso posizione, neanche per tentare le messinscene del passato dinanzi a blitz antimafia. Un dato che da un lato, paradossalmente, ci conforta perché vuol dire che è definitivamente caduto il muro dell’ipocrisia nel Vibonese – come quando all’indomani dell’operazione Rinascita Scott nella grande manifestazione di sostegno ai carabinieri si è dovuta registrare la presenza di politici che emergevano dalle stesse carte così come qualche giornalista indagato per rivelazioni di segreti d’ufficio – dall’altro ci induce a pensare che nella nostra provincia in tanti occupano “poltrone” di peso pur non essendone degni.
Intendiamoci: non ci è mai piaciuta la categoria dei “tifosi” da stadio e da bar nei confronti di questo o quel magistrato, di questo o quell’investigatore senza poi aver mai letto neanche una carta o presenziato ad alcuna udienza in Tribunale, semplicemente perché, come scritto e ripetuto da chi opera sul campo, “la giustizia è una cosa seria”. Ma fatto salvo tutto ciò, possibile nessuno abbia nulla da dire su quanto sta emergendo dall’operazione Olimpo? I sindaci del territorio – da Vibo a Tropea – che lodavano costantemente Gratteri (anche quando lo stesso procuratore faceva ben intendere che non avrebbe fatto sconti a nessuno) dove sono finiti? E i sindacati? E alcuni giornalisti che in questi anni hanno lodato le gesta di qualche dirigente regionale, o assessore regionale, ora arrestato? E le associazioni di categoria? E gli “illuminati” fratelli delle tante logge presenti sul territorio? E i fans vibonesi del ministro Nordio? Tutti in religioso silenzio ad aspettare (e sperare) che si spengano i riflettori sull’inchiesta. Riflettori che invece, per quanto ci riguarda, terremo costantemente ben accessi.
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