Calabria, segregata in casa tra minacce e aggressioni: in manette genitori e sorelle
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la donna, con un lieve deficit cognitivo, sarebbe stata costretta a vivere in una stanza degradata, priva di pavimento, con la serranda rotta, in gran parte umida sui muri
Costretta a subire pesanti minacce, ingiurie ed aggressioni fisiche; segregata in una stanza degradata adibita a magazzino. Sarebbe questa la condizione vissuta da una giovane del Reggino, una trentenne di San Ferdinando, e che è costata l’arresto al suo intero nucleo familiare. In manette, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, sono finiti il padre e la madre, entrambi di 58 anni, e le due sorelle, di 28 e 20 anni. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Gioia – che hanno condotto le indagini, a partire dallo scorso giugno -, la donna (classe ’92) veniva costretta a vivere in una stanza degradata, priva di pavimento, con la serranda rotta, in gran parte umida sui muri e con all’interno anche materiale normalmente riposto in un magazzino, quali una bicicletta, secchi della spazzatura, scale e attrezzi di lavoro. All’esterno della porta, inoltre, era presente un lucchetto, unico presente rispetto alle altre porte interne all’abitazione. [Continua in basso]
La vittima, con un lieve deficit cognitivo, sarebbe stata spesso svegliata la notte senza motivo, costretta ad alzarsi prestissimo e ad effettuare le pulizie domestiche, venendo apostrofata in continuazione con insulti ed epiteti profondamente offensivi, minacciata di morte e rimproverata senza motivo. In alcune circostanze, la ragazza – che, riferiscono i militari, a volte si domandava e domandava ai familiari il motivo di tanta violenza fisica e verbale – sarebbe stata percossa senza nemmeno una causa scatenante, con una rabbia incomprensibile, ancor più perché posta in essere da genitori e sorelle in un luogo – la casa – che avrebbe dovuto offrire riparo e protezione. L’autorità giudiziaria di Palmi, ricevuta l’informativa dei militari della Sezione operativa della Compagnia Carabinieri, ha emesso in poco tempo quattro misure di custodia cautelare in carcere – tutte eseguite – nei confronti dei genitori e delle due sorelle della donna. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e non si escludono sviluppi – anche in positivo – nei confronti delle persone ritenute gravemente indiziate.
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