Il bilancio del generale dell’Arma Salsano: «Questa terra non è solo mafia» -Video
Il comandante della Legione Carabinieri Calabria analizza l’anno appena trascorso. E sulla lotta alla ‘Ndrangheta: «I calabresi hanno diritto di vivere in pace nella terra in cui sono nati»
Generale di divisione, comandante della Legione Carabinieri Calabria. Pietro Salsano porta con sé un pezzo di storia dell’Arma italiana. Nel corso della sua lunga carriera, decollata in Veneto, da giovanissimo tenente formatosi in Accademia, ha attraversato il Belpaese, dalle pendici delle Alpi fino alle Isole, imparando ad amarne la storia ed i luoghi, a conoscerne le contraddizioni ed a contrastarne i mali. Ha vissuto l’Italia scossa dallo stragismo di Cosa nostra, in Sicilia e nel Continente, quella del revanscismo brigatista, dei vecchi arnesi dell’Anonima sarda finiti alla macchia, della camorra 2.0, della Roma delle mafie capitali. Il male lo affrontò in Patria, ma lo conobbe nella sua più autentica bestialità in Bosnia, indossando la mimetica del peacekeeper durante la guerra dei Balcani. Un uomo del Sud (è nato a Galatina, in provincia di Lecce, nel 1965), ora tornato nel Sud più profondo. Il bilancio che traccia del 2022 coincide con quello del suo primo anno al comando della Legione calabrese. Ed è, al contempo, un’analisi introspettiva (della Calabria e dei calabresi, dell’Arma e del suo ruolo in una terra che lentamente ritrova fiducia) ed uno sguardo in prospettiva (al 2023 e gli anni che verranno). [Continua in basso]
«Questa terra non è solo mafia, come non tutti i calabresi sono mafiosi, anzi, la stragrande maggioranza è gente onesta e pulita, che ha diritto di vivere in pace e serenamente nella terra in cui è nata e cresciuta», dice il generale Salsano. «Non è retorica», avverte. Il comandante esce dagli schemi. «Potrei soffermarmi sulle operazioni antimafia, quelle che abbiamo portato a termine grazie all’indispensabile lavoro delle Procura di Catanzaro e di Reggio Calabria. Abbiamo fatto cose davvero importanti e tante altre ne faremo», dice. Già, potrebbe soffermarsi, ma preferisce non farlo. Preferisce raccontare un altro volto, «meno conosciuto, ma straordinariamente apprezzato dai cittadini, senza che, spesso, il cittadino stesso se ne renda conto». Continua a leggere su LaCnews24.it
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