Frode fiscale: nuovo rinvio per l’udienza preliminare del deputato Tucci
Per il parlamentare vibonese del Movimento Cinque Stelle, il cugino ed altri due indagati, la Procura di Vibo nel luglio 2021 ha avanzato al gup richiesta di rinvio a giudizio. Attraverso false fatture sarebbe stato alimentato un “sistema” di evasione
Quarta udienza preliminare a vuoto dinanzi al gup del Tribunale di Vibo Valentia dove è imputato il deputato del Movimento Cinque Stelle, Riccardo Tucci, per frode fiscale insieme ad altri tre indagati. L’impedimento di uno dei difensori – impegnato in altro procedimento – ha portato il nuovo gup Giorgia Ricotti a rinviare l’udienza preliminare al 30 marzo 2023. In precedenza, l’udienza del 28 ottobre 2021 era andata a vuoto per difetti di notifica ad alcuni indagati ed ai difensori, ed il nulla di fatto si era registrato anche il 13 gennaio scorso a causa del covid da parte di alcuni difensori. Quindi l’udienza del 19 maggio scorso quando sono state prese in esame alcune valutazioni istruttorie richieste da un difensore e poi il nuovo lungo rinvio di quasi sette mesi alla giornata di ieri con un nuovo slittamento al 30 marzo prossimo per l’impedimento di un difensore. In pratica oltre un anno andato a vuoto in udienza preliminare – sintomatico di come funzioni (anzi, non funzioni) la giustizia a Vibo Valentia – con la richiesta di rinvio a giudizio della Procura che risale al luglio 2021.
Dichiarazioni fraudolente, mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, per evadere le imposte aumentando i costi è l’ipotesi di reato contestata, attraverso due capi di imputazione, al deputato vibonese del M5S Riccardo Tucci. In particolare, Riccardo Tucci nella sua qualità di legale rappresentante della cooperativa “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018, “al fine di evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società una fattura del 10 marzo 2015 emessa dalla Autolettrosat srl, relativa ad operazioni oggettivamente inesistenti, la utilizzava nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva dell’anno 2015 ed in tal modo evadeva le imposte per un ammontare pari a 9mila euro”. Il reato porta quale luogo di commissione Vibo Valentia in data 19 settembre 2016. [Continua in basso]
Per quanto riguarda, invece, il secondo capo di imputazione, dal 31 ottobre 2014 al 28 febbraio 2018 “con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante della “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018,al fine di consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sull’Iva alla Autolettrosat srl”, Riccardo Tucci emetteva una serie di fatture che per gli inquirenti sono relative “ad operazioni oggettivamente inesistenti per un ammontare” così diviso: anno 2014 euro 18.300,00, anno 2015 euro 222.400, anno 2016 euro 204.600,00 euro, anno 2017 euro 219.600,00, anno 2018 euro 36.600,00. Nei confronti di Riccardo Tucci il gip ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma di euro 9.000,00. Sequestro confermato poi dal Tribunale del Riesame ed anche dalla Cassazione che hanno rigettato sul punto il ricorso del deputato vibonese.
Gli altri indagati
Fra gli indagati nei cui confronti la Procura ha avanzato il rinvio a giudizio, per contestazioni simili, anche Adriano Tucci, 38 anni, di Ionadi, cugino del deputato vibonese. In questo caso i reati sarebbero stati commessi dal 30 marzo 2018 al 28 febbraio 2019. Adriano Tucci avrebbe ereditato la cooperativa una volta che il cugino Riccardo è stato eletto in Parlamento. Ad Adriano Tucci, la Guardia di Finanza aveva notificato un decreto di sequestro per 19.200 euro. Peggio ancora è andata all’ex socio di Riccardo Tucci, ovvero Vincenzo Schiavello, 49 anni, di Vibo Valentia, che si era visto notificare un decreto di sequestro per più di 775mila euro e l’interdizione di 12 mesi per l’attività di impresa. Anche nei loro confronti la Procura di Vibo ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio con il pm Concettina Iannazzo, così come per Domenico Garcea, 37 anni, di Ionadi (amministratore unico dal 30 giugno 2016 in sostituzione di Luigino Schiavello). Fra i difensori figurano gli avvocati Vincenzo Trungadi, Michelangelo Miceli e Salvatore Pronestì.
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