Accoltellamento in un bar di Ionadi, una condanna in abbreviato a Vibo
Il ferimento è avvenuto il 28 febbraio scorso ai danni di un soggetto noto alle forze dell’ordine. Sotto processo con rito ordinario si trova invece il figlio del defunto boss Pantaleone Mancuso
Due anni e quattro mesi peril reato di lesioni personali aggravate dall’uso di un’arma e dai motivi abietti e futili. Questa la pena inflitta dal gup del Tribunale di Vibo Valentia a Gennarino Colaci, 46 anni, di Vibo, al termine di un giudizio celebrato con rito abbreviato che è valso per l’imputato uno sconto di pena pari ad un terzo. Il gup ha riqualificato il contestato reato di tentato omicidio pluriaggravato in lesioni personali aggravate e da qui l’ulteriore sconto di pena. Il pm Eugenia Belmonte aveva chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione. Gennarino Colaci dopo la sentenza è tornato in libertà (era detenuto ai domiciliari con braccialetto elettronico). Secondo l’accusa Gennarino Colaci avrebbe colpito con almeno cinque coltellate Nazzareno Castagna, 56 anni, di Presinaci di Rombiolo. L’aggressione culminata con un accoltellamento si è verificata in un bar di Ionadi, sulla Statale 18, il 28 febbraio scorso. Secondo l’accusa, Giuseppe Mancuso, 45 anni, di Limbadi (figlio del defunto boss Pantaleone Mancuso detto “Vetrinetta”) –che si trova sotto processo con il rito ordinario – dopo avere provocato e coinvolto in un’accesa discussione Nazzareno Castagna all’interno del bar, gli avrebbe scagliato una sedia di grosse dimensioni in testa sferrandogli poi calci e pugni per infine colpirlo altre due volte sempre con la sedia in testa. [Continua in basso]
Gennarino Colaci, invece, intervenuto in difesa di Giuseppe Mancuso, era accusato di aver sferrato cinque coltellate contro Castagna colpendolo al fianco destro e poi altre due coltellate alla spalla sinistra cagionandogli ferite giudicate guaribili in trenta giorni. La difesa di Gennarino Colaci – rappresentata dagli avvocati Diego Brancia e Salvatore Pronestì – è tuttavia riuscita a dimostrare la non intenzione di Colaci di uccidere il Castagna. Il gup ha infatti acquisito su sollecitazione difensiva (abbreviato condizionato) una relazione medico-legale sulle lesioni della vittima ed una consulenza criminologica ricostruttiva della vicenda (analisi dei frame delle telecamere ed indagine antropometrica). Quest’ultima consulenza ha avuto la funzione esplicativa delle riprese video, estratte dalle tre telecamere di sorveglianza del bar di Ionadi. Telecamere che avevano ripreso per intero la pregressa colluttazione tra il Castagna ed altri contendenti (da cui rimaneva estraneo Colaci) ed il successivo intervento dell’imputato, ripreso integralmente mentre colpiva con un’arma da taglio in due distinte sequenze temporali la vittima. Per Colaci e Mancuso l’aggravante dei motivi abietti e futili è legata ad una pregressa relazione sentimentale di Nazzareno Castagna con una donna. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Norm anche con l’ausilio di intercettazioni e le riprese audio-video del bar dove è avvenuta l’aggressione. La vittima, Nazzareno Castagna, è un volto noto alle forze dell’ordine. E’ infatti attualmente imputato dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia per detenzione illegale di sostanze stupefacenti e per il possesso di una pistola revolver con matricola abrasa e delle cartucce calibro 12. Giuseppe Mancuso – che attualmente si trova detenuto – è invece difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo.
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