Rinascita Scott: lascia i domiciliari la moglie di un carabiniere
Misura cautelare affievolita per la donna accusata di aver girato informazioni al clan Mancuso in cambio di un posto di lavoro
Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia, accogliendo l’istanza proposta dall’avvocato Francesco Sabatino, ha revocato i domiciliari a Francesca Collotta, 42 anni, di Polia, coinvolta nell’inchiesta Rinascita-Scott, disponendo l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Nel novembre 2020 il Tribunale del Riesame l’aveva scarcerata mandandola agli arresti domiciliari.
Secondo l’accusa, Francesco Collotta avrebbe incontrato a più riprese Pasquale Gallone di Nicotera (anche lui coinvolto in Rinascita-Scott), ritenuto dagli inquirenti fra i più stretti sodali del boss di Limbadi Luigi Mancuso, richiedendo che gli affiliati al clan si attivassero per la ricerca di un lavoro per lei. Sarebbe stato Luigi Mancuso in persona a proporre per la donna l’assunzione in una grossa azienda del Vibonese, proposito poi sfumato sino all’ottenimento di un posto di lavoro nella ditta Curello, di proprietà del figlio di Nazzareno Curello, 56 anni, di Vibo (imputato in Rinascita-Scott). Successivamente, alla donna sarebbe stato consentito di realizzare il proposito di avviare una propria attività, acquisendo l’esercizio commerciale denominato “Art Café” ubicato a Vibo Valentia. In cambio, la donna avrebbe offerto la propria disponibilità a rivelare informazioni coperte da segreto carpite grazie alla relazione sentimentale intrattenuta con un carabiniere con il quale conviveva da tempo.
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