Narcotraffico: sei condanne in Cassazione per l’operazione “Giardini segreti”
Supera il vaglio della Suprema Corte l’inchiesta della Squadra Mobile di Vibo nata grazie alle dichiarazioni di Emanuele Mancuso ma non regge l’aggravante dell’ingente quantità. Pene rideterminate
Supera il vaglio della Cassazione, il troncone in ordinario dell’operazione antidroga denominata “Giardini Segreti”. La Suprema Corte ha però annullato senza rinvio l’aggravante dell’ingente quantità e da qui una riduzione delle pene. Questa la sentenza e le condanne che vanno definitive: 2 anni ed 8 mesi a testa per Giovanni Battaglia, di 36 anni, di Nicotera; Pantaleone Perfidio, di 35 anni, di Nicotera; Giuseppe Franzè, di 35 anni, di Stefanaconi. In appello erano stati tutti condannati a 4 anni di reclusione. Alla pena di 2 anni e 9 mesi è stato condannato Giuseppe De Certo, di 29 anni, di Nicotera (4 anni e 3 mesi in appello), mentre 2 anni e 4 mesi è la condanna per Giuseppe Navarra, di 31 anni, di Rombiolo (4 anni in appello). Emanuele Mancuso (collaboratore di giustizia) è stato invece condannato a 2 anni, 4 mesi e 4 giorni. [Continua in basso]
Tutti gli imputati erano già stati assolti in appello dal reato associativo.
A capo del gruppo, secondo l’accusa, insieme ad Emanuele Mancuso (figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto l’Ingegnere), con un ruolo di spicco nella compagine dedita al traffico di marijuana ed alla sua produzione ci sarebbe stato anche Giuseppe De Certo. L’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico non ha però retto in appello. Fra i principali acquirenti di marijuana, a sua volta da piazzare fuori dalla provincia di Vibo, gli inquirenti ritengono di aver individuato Giuseppe Franzè.
Per altra coltivazione individuata nell’agosto del 2015 in una casa popolare abbandonata – di fronte l’abitazione della nonna di Emanuele Mancuso – in via Foschea a Nicotera rispondevano invece Emanuele Mancuso, Giuseppe Navarra e Giuseppe Franzè, con quest’ultimo accusato di aver poi acquistato lo stupefacente per piazzarlo. L’operazione è stata condotta sul campo dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia.
Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Francesco Capria (per Battaglia, Perfidio, De Certo), Mario Santambrogio (per De Certo insieme all’avvocato Capria), Valerio Vianello Accorretti (per Franzè), Guido Contestabile e Daniela Garisto (per Navarra), Antonia Nicolini e Giovanna Fronte (per Emanuele Mancuso).
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