Frana Maierato, il processo a settembre
Otto gli indagati accusati dalla Procura di aver tenuto una condotta che ha causato lo smottamento della montagna esponendo la collettività a un concreto pericolo
E’ stata fissata per il 28 settembre l’udienza preliminare relativa al processo sulla frana di Maierato. Il 15 febbraio del 2010 si staccarono circa dieci milioni di metri cubi di terra che finirono a valle trascinando tutto ciò che incontrarono sul loro cammino. Dagli accertamenti della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, così come riportato da il “Quotidiano del Sud” di oggi, è risultato che l’evento franoso è stata la conseguenza di una condotta dolosa e colposa da parte di più soggetti. L’inchiesta, comunque, risale ancora prima, ed esattamente al 2008 allorché un contadino aveva segnalato una strana colorazione del fosso “Scuotapriti”, accompagnata da esalazioni nauseabonde, provenienti da depuratore e dall’illecito smaltimento di reflui industriali inquinanti.
Sul banco degli imputati: Silvano Fiorillo (47 anni di Vibo Valentia), titolare dell’azienda “Martens srl”, attiva nel campo della produzione di saponi; Domenico Antonio Bilotta (81 anni), legale rappresentante della “Vetromed Spa” per la lavorazione del vetro; Carmine Sardanelli (79 anni), titolare della ditta “Intertonno Srl” che si occupa dell’inscatolamento del tonno; Giacinto Callipo (43 anni, di Pizzo), titolare della “Vercall” che si occupa della verniciatura di profilati in alluminio; Giorgio Aldo Cinquegrana (60 anni di Maierato), responsabile del servizio Urbanistica e Ambiente del Comune di Maierato; Filippo Silvio Silvaggio (64 anni di Maierato), responsabile dei procedimenti dell’Ufficio tecnico del Comune; Gianfranco Comito (59 anni di Vibo), dirigente protempore della Provincia del settore Difesa del suolo; Francesco De Fina (66 anni di Sant’Onofrio), dirigente protempore della Provincia con le stesse mansioni di Comito. A tutti, come detto, è contestato il fatto che con la loro condotta avrebbero causato una frana proporzioni tale da esporre a un concreto pericolo la collettività.