Narcotraffico in Abbruzzo: resta in carcere 38enne di Acquaro
La Cassazione conferma il Tdl. In passato è stato condannato in via definitiva nell’operazione “Luce nei boschi”
Resta in carcere Angelo Maiolo, 38 anni, di Acquaro, arrestato il 24 gennaio scorso nell’ambito di un’inchiesta condotta dai carabinieri e dai finanzieri di Chieti. La quarta sezione penale della Cassazione ha infatti rigettato, ritenendolo infondato, il ricorso avverso la decisione del Tribunale della Libertà di L’Aquila. Angelo Maiolo è accusato dei reati di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e trasporto di un quantitativo imprecisato di droga (l’ordinanza per tale ultimo reato è stata annullata dal Tdl).
In relazione alla posizione di Maiolo, il Tribunale del Riesame, nell’evidenziare la gravità del quadro indiziario emerso a carico dell’indagato con riferimento alla contestazione associativa, ha ripercorso il contenuto di talune conversazioni intercettate, desumendo da esse e dai rapporti instaurati con esponenti di vertice dell’organizzazione (Mici Dritan e Pinto Rodolphe), la partecipazione del ricorrente al sodalizio contestato. [Continua in basso]
Per la Cassazione, il Tribunale del Riesame “manifesta di avere seguito un adeguato percorso logico argomentativo, non meritevole, nel suo complesso, di essere censurato; benchè risulti fondata la censura riguardante l’errore in cui è incorso il Tdl nel ritenere che Angelo Maiolo ed il Pinto si siano incontrati sulla corsia di emergenza dell’autostrada A2 in data 12 giugno 2020”. Per la Suprema Corte, tale rilievo “non ha capacità disarticolante della motivazione espressa dai giudici di merito”.
Gli elementi indiziari posti a fondamento del convincimento espresso dai giudici di merito in ordine all’intraneità di Angelo Maiolo nel sodalizio, secondo la Cassazione “sono stati desunti dagli assidui rapporti di frequentazione del Maiolo con i vertici dell’organizzazione criminale, dal contenuto di talune conversazioni intercettate (nelle quali il ricorrente è indicato con il soprannome “il Calabrese”), dai viaggi effettuati dai capi dell’organizzazione in Calabria, dall’assenza di documentazione attestante rapporti di natura commerciale tra il Maiolo ed i suoi interlocutori. In ordine al contenuto delle conversazioni, si è osservato come il tenore dei dialoghi intercettati rivelasse il ruolo di fornitore di stupefacenti assunto da Maiolo nella vicenda”.
Angelo Maiolo da alcuni anni si occupa del commercio di alimenti su scala nazionale e all’estero (Germania e Svizzera) e, con specifico riferimento ai prodotti tipici calabresi, ha l’Abruzzo come piazza di riferimento, avendoalcuni familiari che da diverso tempo vivono a Montesilvano. Angelo Maiolo negli scorsi anni è rimasto coinvolto nell’operazione denominata “Luce nei boschi” riportando una condanna ad 8 anni per associazione mafiosa e reati legati agli stupefacenti.
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