‘Ndrangheta: Rinascita Scott e Nemea in appello per i Soriano, otto condanne a 100 anni di carcere
Quattro le assoluzioni totali. Le inchieste della Dda di Catanzaro e dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo che hanno ricostruito gli affari illeciti della consorteria di Filandari
Riforma della sentenza emessa in primo grado dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia per gli imputati coinvolti nell’operazione antimafia denominata Nemea nella quale sono successivamente transitate anche le imputazioni formulate con l’operazione Rinascita Scott per quanto attiene il troncone che interessa il clan Soriano di Pizzinni di Filandari.
Questo il verdetto della Corte d’Appello di Catanzaro presieduta dal giudice Loredana De Franco: 20 anni Leone Soriano, di 55 anni, di Pizzinni di Filandari (chiesti per lui 30 anni in appello. In primo grado era stato condannato a 18 anni e 11 mesi); 3 anni e 4 mesi per Rosetta Lopreiato, 52 anni, di Pizzinni di Filandari (moglie di Leone Soriano, assolta in primo grado. Per lei erano stati chiesti 11 anni); 13 anni e 5 mesi per Luca Ciconte, 29 anni, di Sorianello, di fatto domiciliato a Pizzinni di Filandari (marito di Caterina Soriano, condannato a 10 anni e 9 mesi in primo grado, per lui erano stati chiesti 15 anni in appello); 13 anni e 7 mesi per Caterina Soriano, di 31 anni, di Pizzinni di Filandari (11 anni e 11 mesi la condanna in primo grado, figlia di Graziella Silipigni. Per lei erano stati chiesti in appello 18 anni); 5 anni e 6 mesi per Giacomo Cichello, di 34 anni, di Filandari (condannato in primo grado a 5 anni. Chiesti in appello 5 anni e 6 mesi); 17 anni e 6 mesi Giuseppe Soriano, di 30 anni, di Pizzinni di Filandari (figlio della Silipigni, condannato in primo grado a 13 anni e 8 mesi. Chiesti in appello per lui 24 anni di reclusione); 14 anni e 11 mesi Francesco Parrotta, di 38 anni, di Filandari, ma residente a Ionadi (condannato in primo grado a 13 anni. Chiesti in appello per lui 22 anni); 11 anni e 8 mesi Graziella Silipigni, di 50 anni, di Pizzinni di Filandari (condannata in primo a 12 anni, moglie del defunto Roberto Soriano, scomparso per “lupara bianca”).
Assolti – così come in primo grado – i seguenti imputati: Domenico Nazionale, di 35 anni, di Tropea; Giuseppe Guerrera, di 26 anni, di Arzona di Filandari; Luciano Marino Artusa, di 60 anni, di Arzona di Filandari; Alex Prestanicola, di 30 anni, di Filandari. Nei confronti di tali ultimi quattro imputati, la Procura generale di Catanzaro aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione ciascuno. [Continua in basso]
Le pene accessorie
Due anni di libertà vigilata, a pena espiata sono stati decisi dalla Corte d’Appello per: Leone Soriano, Caterina Soriano, Giuseppe Soriano, Rosetta Lopreiato, Francesco Parrotta, Luca Ciconte e Giacomo Cichello. Esclusa Rosetta Lopreiato, gli imputati sono stati condannati anche al pagamento delle ulteriori spese processuali.
Oltre quaranta capi di imputazione, quattordici, invece, le persone offese individuate. L’inchiesta è stata condotta “sul campo” dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia con il coordinamento del pm della Dda di Catanzaro Anna Maria Frustaci. Successivamente sono confluiti nel processo Nemea anche – come detto – gli atti dell’inchiesta Rinascita-Scott, che vedevano coinvolti Leone e Giuseppe Soriano ed altri imputati, in modo tale da unificare con un solo processo i due procedimenti. Leone Soriano è stato ora condannato per 37 capi di imputazione, venendo riconosciuto promotore di due associazioni (mafiosa e narcotraffico). [Continua in basso]
I difensori
Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Daniela Garisto (per Giuseppe Soriano, Luca Ciconte, Graziella Silipigni, Caterina Soriano e Giacomo Cichello), Diego Brancia (per Leone Soriano, Rosetta Lopreiato, Graziella Silipigni, Giuseppe Soriano e Alex Prestanicola), Giuseppe Di Renzo (per Caterina Soriano e Luca Ciconte), Giovanni Vecchio (per Francesco Parrotta), Sergio Rotundo (per Alex Prestanicola e Luciano Marino Artusa), Francesco Schimio (per Nazionale), Mario Bagnato (per Nazionale), Vincenzo Brosio (per Luciano Marino Artusa), Salvatore Staiano (per Rosetta Lopreiato), Pamela Tassone (per Giuseppe Guerrera).
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