Rinascita Scott: a Vibo e con un nuovo Collegio il processo nei confronti di Giuseppe Accorinti
Niente più aula bunker nell’area industriale di Lamezia per il dibattimento nei confronti di uno dei principali imputati dell’operazione antimafia che si è visto accogliere la ricusazione di due giudici del maxiprocesso
Niente più aula bunker nell’area industriale di Lamezia Terme per il processo nei confronti di Giuseppe Accorinti, 63 anni, di Zungri, fra i principali imputati del processo nato dall’operazione Rinascita Scott. Dopo lo stralcio della sua posizione dal maxiprocesso, in quanto la Corte d’Appello di Catanzaro ha accolto la ricusazione proposta dallo stesso nei confronti di due giudici del Collegio che hanno espresso valutazioni sulla sua figura nelle motivazioni della sentenza nata dall’operazione Nemea, il Tribunale di Vibo Valentia ha tenuto un’udienza separata nei confronti del solo Giuseppe Accorinti. Il Tribunale di Vibo Valentia (presidente Brigida Cavasino, a latere il giudice Gilda Romano – i due giudici ricusati – e il giudice Claudia Caputo) ha dato lettura in aula di un’ordinanza del presidente del Tribunale, Antonino Di Matteo, con la quale è stato deciso che il processo nei confronti di Giuseppe Accorinti si terrà non più nell’aula bunker di Lamezia Terme ma nel nuovo palazzo di giustizia di Vibo di via Lacquari.
Il nuovo Collegio sarà presieduto dal giudice Gianfranco Grillone, con a latere i giudici Laerte Conti e Maria Chiara Sannino, e la prossima udienza è stata fissata per il 22 settembre prossimo. Giuseppe Accorinti, difeso dagli avvocati Francesco Sabatino e Daniela Garisto, è fra i principali imputati dell’operazione Rinascita Scott dovendo rispondere dei reati di associazione mafiosa (quale capo promotore dell’omonimo clan di Zungri e uno dei vertici dell’intera ‘ndrangheta del Vibonese), associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, estorsione, detenzione illegale di armi, danneggiamento ed altri reati minori. Un processo a parte nei confronti di Giuseppe Accorinti si sta invece celebrando in Corte d’Assise a Catanzaro e lo vede rispondere degli omicidi di Roberto Soriano di Filandari (lupara bianca) e Giuseppe Lo Giudice di Piscopio avvenuti nell’agosto del 1996.
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