Tenta estorsione sui lavori alla caserma dei carabinieri di Soriano, giudizio immediato
Il gip dispone il processo dinanzi al Tribunale di Vibo. Un sorvegliato speciale è accusato di aver minacciato il titolare della ditta e gli operai impegnati nel completamento dello stabile della locale Stazione dell’Arma. Le vittime hanno collaborato
Giudizio immediato – saltando quindi l’udienza preliminare per evidenza della prova – per Domenico Criniti, 38 anni, di Soriano Calabro, arrestato nel luglio scorso con l’accusa di tentata estorsione. A disporlo è stato il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Francesca Loffredo, che ha fissato l’inizio del processo per il 15 dicembre prossimo in accoglimento di una richiesta avanzata dal pm Luca Ciro Lotoro. Secondo l’accusa, Domenico Criniti «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avrebbe tentato un’estorsione ai danni di un imprenditore minacciandolo con la seguente frase: “Se non vi fornisco il materiale, allora vi dovete mettere a posto, non sapete come funziona a Soriano? Tutti quelli che vengono a lavorare a Soriano si devono mettere a posto”.
Gli operai della ditta presenti sul cantiere sarebbero stati poi allontanati ed indotti da Criniti ad interrompere i lavori di completamento dello stabile della Stazione dei carabinieri forestali di Soriano, tentando di costringere l’imprenditore ad effettuare, in via esclusiva, l’approvvigionamento di materiale edile presso la propria impresa. La contestazione copre un arco temporale che va dal 20 giugno al 22 giugno scorso. Domenico Criniti è difeso dagli avvocati Giuseppe Orecchio e Giuseppe Di Renzo.
Domenico Criniti si sarebbe presentato sul cantiere proponendosi quale fornitore di materiali edili, parlando con il capo cantiere il quale nei giorni seguenti si riforniva, facendo credito, di materiale di piccolo taglio per circa cinquemila euro dal negozio di Domenico Criniti il quale avrebbe insistito per far incrementare la fornitura di materiale edile. A seguito delle pressioni fatte da Domenico Criniti, l’imprenditore si recava il 20 giugno scorso nella rivendita dell’indagato per richiedere la documentazione utile a formalizzare un contratto di fornitura (iscrizione white list, casellario giudiziale e carichi pendenti). Criniti dichiarava però di “non essere a posto” e di non poter fornire la documentazione richiesta. Il 21 giugno l’imprenditore si è quindi recato nella rivendita di Criniti rappresentandogli che non si sarebbe più rifornito dallo stesso in ragione dei bassi indici di affidabilità della ditta di cui aveva inviato una visura camerale. A questo punto sarebbe scattata la ritorsione da parte di Domenico Criniti che, all’atto della commissione della contestata tentata estorsione, era già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di due anni. Fondamentale per lo sviluppo delle indagini si è rivelata la collaborazione delle vittime.
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