domenica,Dicembre 1 2024

La trasmissione delle lastre va in tilt: pazienti “ostaggio” del Pronto soccorso di Serra

Gli esami sarebbero dovuti arrivare allo “Jazzolino” della città capoluogo per essere refertati dai medici specialisti. «L'attesa è stata più dannosa che altro in quanto non abbiamo ricevute né cure né conosciamo le diagnosi»

La trasmissione delle lastre va in tilt: pazienti “ostaggio” del Pronto soccorso di Serra
L'ospedale di Serra San Bruno

Il sistema telematico di trasmissione delle lastre va il tilt e così sei, sette pazienti, tra uomini e donne, dalla metà mattinata di oggi e fino a questa sera sono stati letteralmente “ostaggio” del Pronto soccorso dell’ospedale civile di Serra San Bruno. Le lastre dei pazienti, tutti giunti al nosocomio per motivi diversi e differenti, sarebbero dovute arrivare – per come è stato riferito dal personale medico in servizio agli stessi interessati – allo “Jazzolino” di Vibo Valentia per essere refertate dai medici specialisti, ma non sono mai giunte proprio perché non si è riusciti a farle arrivare per via telematica. Colpa della tecnologia, insomma.

«La situazione è grave – riferisce un paziente alla nostra testata – soprattutto per il fatto che l’attesa è stata più dannosa che altro in quanto non abbiamo ricevuto né cure né conosciamo le diagnosi. Abbiamo tutti vari traumi e sospette fratture. Abbiamo visto addirittura un cambio turno e, peraltro, siamo rimasti completamente a digiuno per l’intera giornata», commenta ancora visibilmente irritato il paziente. A tarda sera, stanchi e stremati per l’infinita attesa in Pronto soccorso, i malcapitati hanno firmato il foglio – che probabilmente esclude da qualsiasi responsabilità l’ospedale di Serra San Bruno – per poter ritornare a casa per la notte e domani mattina presentarsi nuovamente in ospedale (prima dovranno tuttavia telefonare) nella speranza di avere le lastre refertate e, quindi, conoscere una buona volta la diagnosi. «Siamo preoccupati – aggiunge sempre lo stesso paziente – perché a casa non sappiamo cosa potrebbe succedere durante la notte in quanto non abbiamo le diagnosi. E se poi succedesse davvero qualcosa di brutto che cosa facciamo?», questa l’amara conclusione del nostro interlocutore.  

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