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Antimafia al Comune di Tropea: Morra alza il velo su concorsi e stabilizzazioni

Il presidente della Commissione parlamentare antimafia tira fuori le recenti determine con le quali alcuni lavoratori Lsu, segnalati nella relazione di scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’ente, sono passati a tempo indeterminato mentre la Prefettura ha inviato il viceprefetto quale componente esterno delle Commissioni di altri concorsi. Fra gli stabilizzati pure un soggetto noto alle forze dell’ordine, nonchè primo cugino dei La Rosa

Antimafia al Comune di Tropea: Morra alza il velo su concorsi e stabilizzazioni
Nicola Morra e il prefetto Roberta Lulli

Nuovo affondo del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, sul Comune di Tropea. Questa volta nel “mirino” finiscono i concorsi pubblici e la recente stabilizzazione a tempo indeterminato di alcuni lavoratori socialmente utili (Lsu) finiti nella precedente relazione della Commissione di accesso agli atti e della Prefettura di Vibo che ha portato al commissariamento per infiltrazioni mafiose dell’ente dal 2016 all’ottobre 2018. Ecco l’intervento integrale pubblicato dal senatore Nicola Morra sulla propria bacheca Facebook in cui documenta una serie di fatti ed accadimenti e rinnova al prefetto di Vibo, Roberta Lulli, l’invio di Una Commissione di accesso agli atti al Comune di Tropea finalizzata ad accertar condizionamenti e infiltrazioni mafiose nella vita dell’ente locale: [Continua in basso]

La Prefettura di Vibo

“Mi voglio fare volere bene a Vibo ed in provincia

Emerge come numerosi impiegati del Comune di Tropea abbiano legami di parentela con soggetti del locale contesto criminale e come alcuni degli stessi sono rimasti coinvolti in procedimenti penali in qualità di indagati anche per fatti legati all’espletamento dell’attività lavorativa, in alcuni casi aggravati dalle modalità mafiose”: queste le conclusioni, a pag. 92, della Relazione della Commissione di accesso agli atti al Comune di Tropea redatta nel 2016 e che ha portato anche per questo al commissariamento dell’ente per infiltrazioni mafiose sino all’ottobre 2018, quando l’allora minoranza ha vinto le elezioni comunali, attualmente reggendo le sorti del Comune tirrenico.

Alcuni di tali impiegati del Comune di Tropea che nella relazione della Commissione di accesso agli atti – voluta dalla Prefettura di Vibo Valentia – venivano indicati con diversi precedenti e legami familiari con il clan La Rosa, da lavoratori stagionali Lsu (Lavoratori socialmente utili), con la nuova amministrazione sono stati stabilizzati a tempo indeterminato.

Con determina n. 324 del 30 giugno scorso, infatti, il responsabile dell’Area 1 del Comune di Tropea ha deciso di incrementare le prestazioni lavorative di alcuni dipendenti a tempo indeterminato da 18 a 26 ore settimanali con decorrenza dall’1.07.2022 “al fine di – si legge nella determina – assicurare una maggiore efficienza nei servizi presso l’Area Tecnica del Comune di Tropea”. A tal fine sono stati stipulati dei contratti fra il Comune ed alcuni lavoratori prima inquadrati come Lsu.

Fra loro trovo un soggetto così descritto nella relazione della Commissione di accesso agli atti: “Dipendente con mansioni di operaio al Comune di Tropea quale Lsu. Il suddetto è cugino di primo grado per parte di madre di Antonio La Rosa, Francesco La Rosa (cl. ’71), Pasquale La Rosa, Francesco La Rosa (cl. ’74) e Salvatore La Rosa, tutti elementi di spicco della cosca La Rosa di Tropea”. Lo stesso soggetto ha precedenti di polizia per tentata estorsione, furto aggravato, gioco d’azzardo, minaccia e violenza al comandante di una nave.

Altro Lsu ora stabilizzato ha, invece, precedenti di polizia per invasione di terreni e deturpamento di cose altrui, mentre il padre è noto alle forze dell’ordine – riporta sempre la Relazione della Commissione di accesso – per un tentato omicidio avvenuto a Parghelia il 14.06.2010, furto aggravato, detenzione di stupefacenti.
Altro ancora Lsu, anche lui ora stabilizzato, ha invece precedenti di polizia per rifiuto di fornire alle forze dell’ordine la propria identità, guida senza patente e inosservanza dell’obbligo dell’istruzione elementare di minori. Altro Lsu è segnalato, invece, per una denuncia per minacce.

In sostanza, al Comune di Tropea con lo scioglimento dell’ente per infiltrazioni mafiose nessuno degli impiegati comunali segnalati dalla relazione è stato sospeso ed anzi gli Lsu/Lpu, pur con precedenti e legami parentali diretti con il clan La Rosa, sono stati stabilizzati. Alleluia!
Al di là della regolarità formale di tali stabilizzazioni, la domanda da rivolgere alla Prefettura è semplice: che senso, che significato occulto o metafisico ha commissariare un Comune per infiltrazioni mafiose se nessuno dei dipendenti segnalati nella relazione è stato poi rimosso, ed anzi con la nuova alcuni di questi sono stati addirittura stabilizzati? Vorrei essere aiutato a capire, francamente non c’arrivo!

Con determinazione n. 451 del 7.12.2021, invece, lo stesso responsabile dell’Area amministrativa del Comune di Tropea ha provveduto all’impegno di spesa per il compenso da corrispondere al componente esterno della commissione giudicatrice di altri concorsi indetti dall’ente e precisamente quelli per l’assunzione a tempo indeterminato di due unità da adibire ad istruttore amministrativo e altre due per il profilo di istruttore tecnico. Con nota del 16.09.2021 la Prefettura di Vibo Valentia ha comunicato la “disponibilità del vice prefetto dott. Roberto Micucci a componente della commissione esaminatrice”, in qualità di presidente.

Con determinazione n. 153 del 4.04.2022, invece, lo stesso responsabile dell’Area amministrativa del Comune di Tropea ha adottato una determina di impegno di spesa per “spese vive” sostenute dalla Commissione per la selezione pubblica per la copertura di due posti di categoria C con profilo professionale di istruttore amministrativo. “Atteso che nella medesima determinazione è stato dato atto che il compenso per i componenti esterni della commissione giudicatrice è quello risultante dal regolamento di cui alla deliberazione di Giunta n.296 del 29.11.2021 per una spesa presunta ammontante a 4.960,00 euro, con eventuale ulteriore impegno a quantificazione del rimborso dovuto per le spese vive. Considerato che si rende necessario impegnare ulteriore somme per spese vive sostenute dalla Commissione”, ecco la determina di spesa di ulteriori 4.000,00 euro per i componenti della commissione dei concorsi pubblici, fra i quali il vice prefetto di Vibo Roberto Micucci.

Abbiamo, dunque, che da un lato il Comune di Tropea per alcuni concorsi si affidi a componenti esterni per le commissioni giudicatrici fra i quali anche il capo di Gabinetto del prefetto – e ciò dovrebbe essere sinonimo di maggior controllo sull’operato del Comune –, ma che, dall’altro, lo stesso responsabile dell’Area amministrativa che ha impegnato le spese per i commissari abbia proceduto alla stabilizzazione degli Lsu fra cui anche il cugino dei La Rosa ed altri dipendenti con precedenti, tutti segnalati nelle precedenti relazioni della Commissione di accesso agli atti e della stessa Prefettura che ha portato allo scioglimento dell’ente nel 2016 per infiltrazioni mafiose.
Normale? Non mi sembra!

Tutto a posto per il prefetto di Vibo, dottoressa Roberta Lulli? Chi doveva controllare, se non la Prefettura, che soggetti segnalati nella relazione per rapporti con il clan La Rosa non venissero (al di là della regolarità formale) stabilizzati all’interno del Comune? Il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia?

Come si vede, non basta nominare un viceprefetto quale presidente delle Commissioni dei concorsi se poi nel medesimo ente, con altre procedure, alcuni dipendenti ex Lsu con precedenti di polizia e legami con il clan La Rosa, citati nelle relazioni negativamente, vengono poi stabilizzati.
Nessuno dalla Prefettura di Vibo si è accorto di nulla, a cominciare dal vice prefetto Micucci, operante presso lo stesso ente comunale???

Si rinnova, anche a fronte di tali assunzioni, l’invito al Prefetto a voler nominare al più presto la Commissione di accesso agli atti al Comune di Tropea al fine di accertare infiltrazioni mafiose nell’ente, alla luce sia dei profili e dei legami di alcuni amministratori comunali, sia degli appalti – al Porto in primis – e dei concorsi.
Ogni ulteriore ritardo potrebbe essere un regalo alle mafie e rischia di far perdere ai cittadini fiducia nelle Istituzioni e nell’operato di chi, per legge, è tenuto al controllo (anche in via preventiva) sull’operato degli enti locali.
Se poi la Commissione d’accesso dovesse constatare la legittimità degli atti e delle procedure, tutti saremo contenti”.

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