Rinascita Scott: accolta la ricusazione di due giudici, non valide le prove contro Accorinti da marzo 2021
La Corte d’Appello di Catanzaro, pronunciandosi in sede di rinvio ad opera della Cassazione, ha ritenuto che i giudici Cavasino e Romano abbiano già espresso un’anticipazione di giudizio nei confronti dell’imputato con il deposito della sentenza contro il clan Soriano. I due togati avevano presentato una richiesta di astensione dal maxiprocesso che era stata respinta
La Corte d’Appello di Catanzaro ha accolto la ricusazione dei giudici Brigida Cavasino e Gilda Romano del Tribunale di Vibo, rispettivamente presidente e giudice a latere del maxiprocesso Rinascita Scott. La Corte d’Appello si è pronunciata in sede di rinvio dopo un precedente annullamento ad opera della Cassazione di una precedente ordinanza della Corte d’Appello con la quale la dichiarazione di ricusazione presentata dai difensori dell’imputato Giuseppe Accorinti di Zungri era stata respinta. Una nuova sezione della Corte d’Appello ha quindi ora tenuto conto di quanto indicato dalla Cassazione ed ha accolto la ricusazione presentata dagli avvocati Francesco Sabatino e Daniela Garisto, difensori di Giuseppe Accorinti. [Continua in basso]
La difesa ha basato la richiesta di ricusazione sul presupposto che i due giudici –Brigida Cavasino e Gilda Romano – già in precedenza hanno pronunciato la sentenza del processo nato dalle operazioni Nemea e Rinascita Scott (riunite in un unico procedimento) nei confronti del clan Soriano di Filandari, delineando nelle motivazioni della sentenza la figura del boss di Zungri Giuseppe Accorinti ritenendolo a capo di un gruppo mafioso contrapposto ai Soriano. Una sorta di anticipazione di giudizio nei confronti Accorinti che, non a caso, era stata segnalata dagli stessi giudici che avevano opportunamente presentato richiesta di astensione dal maxiprocesso Rinascita Scott dopo il deposito delle motivazioni della sentenza Nemea contro il clan Soriano. Richiesta di astensione che era stata però respinta dal presidente del Tribunale di Vibo Valentia (giudice Antonino Di Matteo) e poi anche dalla Corte d’Appello di Catanzaro che avevano ritenuto i due giudici in condizioni di terzietà ed imparzialità nel celebrare il maxiprocesso Rinascita Scott. La decisione della Corte d’Appello (presa il 9 giugno 2021) di respingere la ricusazione presentata da Giuseppe Accorinti contro i due giudici era stata però ora annullata con rinvio dalla Cassazione il 12 gennaio scorso ed ora la Corte d’Appello ha quindi accolto la ricusazione dichiarando l’inefficacia degli atti a contenuto probatorio compiuti nel processo dai due giudici Brigida Cavasino e Gilda Romano a partire dalla data del 5 marzo 2021 (data di deposito della sentenza Nemea) nei confronti di Giuseppe Accorinti.
In sostanza, tutte le prove assunte nel processo Rinascita Scott nei confronti del boss di Zungri Giuseppe Accorinti dopo il 5 marzo 2021 sono inefficaci. Una situazione facilmente prevedibile alla luce della sentenza Nemea e della stessa richiesta di astensione presentata dai due giudici rimasta inascoltata (o meglio: respinta) da parte del presidente del Tribunale di Vibo prima e dalla Corte d’Appello dopo. Il dibattimento Rinascita Scott è iniziato nel gennaio 2021. La ricusazione dei due giudici potrebbe avere effetti sull’intero maxiprocesso, atteso che Giuseppe Accorinti risponde di numerosi reati insieme a diversi imputati, ma soprattutto nella contestazione del reato associativo viene ritenuto dall’accusa come uno dei tre vertici (insieme a Luigi Mancuso e Saverio Razionale), dell’intera ‘ndrangheta vibonese (quattro se si aggiunge Rocco Anllo processato però nell’ambito dell’operazione Imponimento). Da ricordare che la Corte d’Appello si pronuncerà a breve anche sulla ricusazione presentata dai difensori di Luigi Mancuso dopo un precedente annullamento con rinvio ad opera della Cassazione.