Il carabiniere che a Vibo sfidò i “poteri forti” promosso al grado di Maggiore
Nuovo prestigioso riconoscimento a Nazzareno Lopreiato da parte del Ministero della Difesa. A lui si devono inchieste storiche contro la criminalità, la malasanità, le truffe ed i “colletti bianchi”
Con provvedimento del Ministero della Difesa, il capitano Nazzareno Lopreiato è stato promosso al grado di Maggiore dei Carabinieri. Laureato in Giurisprudenza, abilitato alla professione forense, ha iniziato il suo percorso professionale da Ufficiale al termine del 1º corso formativo presso la Scuola Ufficiali dei Carabinieri di Roma, riservato ai Luogotenenti vincitori di concorso per Ufficiali.
Tra le varie onorificenze. Insignito dal Presidente della Repubblica per ben tre volte: dapprima Cavaliere e successivamente Ufficiale al merito della Repubblica Italiana e quindi il conferimento della Medaglia Mauriziana. Inoltre Medaglia e Croce d’Oro di Lungo Comando.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi elogi per le brillanti operazioni portate a termine e per le attività di contrasto alla criminalità organizzata e comune. Tra le varie attività operative svolte che l’hanno portato al meritato traguardo di Ufficiale Superiore dei Carabinieri, quelle portate a termine in anni di guida della Stazione dei carabinieri di Vibo Valentia. Proprio a Nazzareno Lopreiato si devono infatti a Vibo e nel Vibonese alcune inchieste storiche come: l’operazione “Ricatto” sulla Sanitopoli vibonese e le tangenti per la costruzione del nuovo ospedale, le inchieste Minosse 1 e Minosse 2 sul traffico di armi e droga, oltre che sulle estorsioni, ad opera di dei clan Mancuso, Lo Bianco e Il Grande, l’operazione antimafia Ragno contro il clan Soriano di Filandari, le inchieste sulle maxitruffe con le assicurazioni, i falsi braccianti agricoli e sul 501 hotel, l’operazione Zain che ha di fatto anticipato quella sul clan dei Piscopisani e sulle consorterie di Stefanaconi, l’inchiesta contro il clan Tripodi di Portosalvo poi sfociata nell’operazione Lybra, le indagini sfociate nell’operazione Zuzù sui veterinari dell’Asp assenteisti, oltre a casi scottanti di malasanità (le inchieste sui decessi di Federica Monteleone e Eva Ruscio su tutte). A firma di Nazzareno Lopreiato è anche l’informativa – finita nell’inchiesta antimafia “Minotauro” della Dda di Torino – che per prima ha segnalato la nascita di un nuovo e pericoloso “locale” di ‘ndrangheta: quello di Piscopio.
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