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Anziano picchiato e ucciso a Filadelfia, condannato l’imputato

Il delitto avvenuto nel giugno del 2013 ricostruito dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vibo che nel 2019 hanno eseguito un mandato di arresto europeo. La Procura di Lamezia aveva chiesto l’ergastolo

Anziano picchiato e ucciso a Filadelfia, condannato l’imputato
La casa incendiata dopo l'omicidio
Ivanov al momento dell’arresto

La Corte d’Assise di Catanzaro ha condannato a 18 anni di reclusione Vasil Naidenov Ivanov, detto “Vasco”, 32 anni, cittadino bulgaro, ritenuto responsabile dell’omicidio Andrea Mastrandrea, 75 anni, trovato riverso a terra nella sua abitazione in contrada Scarro di Montesoro di Filadelfia, il 20 giugno del 2013. La scolta nelle indagini si era avuto sei anni dopo, quando nel luglio del 2019 i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vibo individuano il presunto autore di un omicidio rimasto per lungo tempo irrisolto.  Estradato in Italia su ordine del gip di Lamezia Terme, competente per territorio (Filadelfia ricade infatti nel distretto giudiziario lametino), era accusato di omicidio, rapina ed incendio aggravato. La Procura di Lamezia Terme con il procuratore Salvatore Curcio aveva chiesto la pena dell’ergastolo. La Corte ha invece ritenuto l’omicidio come preterintenzionale e non volontario. [Continua in basso]

Andrea Mastrandrea

Secondo le risultanze investigative dei carabinieri del Norm che hanno raccolto diversi elementi di prova alla base del delitto ci sarebbe stato un furto nell’abitazione della vittima. L’imputato si sarebbe introdotto in casa dell’anziano con l’obiettivo di impossessarsi di una somma di denaro che l’uomo nascondeva in alcuni barattoli.  Scoperto prima di dileguarsi, Ivanov avrebbe immobilizzato, pestato a morte e ucciso Andrea Mastrandrea. L’uomo sarebbe stato colpito più volte al cranio e al torace con la frattura delle costole e dello sterno e  conseguente emorragia che ha causato la morte. 

Successivamente, per cancellare le prove, il bulgaro avrebbe dato fuoco alla mobilia causando un incendio spento dai vigili del fuoco intervenuti sul posto unitamente ai carabinieri dopo essere stati allertati dal figlio della vittima che nel frattempo aveva fatto la tragica scoperta. Per i carabinieri, subito dopo aver commesso l’omicidio, il bulgaro avrebbe lasciato la Calabria per recarsi in Bulgaria. A lui i carabinieri del Norm sono arrivati dopo una serie di intercettazioni. Ivanov è infatti il nipote dell’ex badante di Mastrandrea che da un paio di mesi aveva deciso di trasferirsi nella casa dove poi è stato ucciso per condurre una vita “più autonoma”. “Vasco” – così chiamato – conosceva quindi bene le abitudini della vittima per la quale in qualche occasione aveva anche fatto da autista oltre ad aver ricevuto alcune somme di denaro. Una volta delineato il quadro indiziario il Norm di Vibo ha quindi chiesto l’assistenza dell’Interpol e, in particolare, della polizia bulgara per gli opportuni riscontri. E’ quindi risultato che Ivanov (difeso dall’avvocato Gregorio Viscomi) in patria era conosciuto come “personaggio la cui propria fonte di guadagno proveniva da azioni delittuose” con contatti con soggetti criminali. Il figlio della vittima, Vito Mastrandrea era assistito dall’avvocato Natalino Pileggi. L’imputato è stato condannato a risarcire la parte civile.

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