Fragole, castagne di Pizzoni e peperoncino: il Gal valorizza i prodotti di nicchia del Vibonese
Viaggio dei tecnici e dello staff dell'agenza di sviluppo tra le aziende del territorio, per ascoltare dai diretti interessati potenzialità e limiti delle loro attività. L'obiettivo è quello di tutelare un patrimonio enogastronomico che rischia di andare perso
Secondo step esplorativo, dopo quello di inizio anno, per il progetto di cooperazione regionale “Terre di Calabria” tra i Gal, che punta alla riscoperta, promozione e valorizzazione di alcuni prodotti di nicchia presenti sul territorio per individuare, insieme ai produttori e con l’aiuto di tecnici, le migliori strategie per la tutela di un patrimonio enogastronomico che rischia di andare perso. Oltre ai prodotti, l’intento è anche quello di valorizzare il territorio con cui essi si identificano. [Continua in basso]
E mentre a fine gennaio ci si era dedicati a fagioli autoctoni (“sujaca” di Caria e “zicca janca” di Arena), peperoncino (“tri pizzi” di Spilinga), alcuni vitigni perduti o quasi, (“ulivella” di Drapia e zibibbo di Pizzo), miele vibonese (San Costantino), mostacciuolo (Soriano Calabro) e grano “rosia” (Maierato), ora l’attenzione del Gal si è posata su anche altre produzioni agroalimentari che, seppur di nicchia, caratterizzano indubbiamente il Vibonese. Si tratta delle castagne di Pizzoni, delle fragole, del peperoncino pizzitano. Insieme ai tecnici Nicola Gallinaro e Giulia Lazzarini, lo staff dell’agenzia di sviluppo è stato nuovamente sul territorio ad ascoltare dai diretti interessati potenzialità e limiti della loro attività.
«Abbiamo visitato – riporta una nota del Gal Terre vibonesi – l’unico castagneto coltivato in provincia di Vibo. Un vero peccato perché la coltivazione è molto diffusa e potrebbe, se ripresa, rappresentare una concreta fonte di reddito e sviluppo. La cura e l’amore con cui il proprietario vi si dedica ci ha convinto ancora di più di ciò e della scelta di inserire le castagne vibonesi nel paniere dei prodotti da tutelare. Nel secondo caso, invece, ci siamo trovati al cospetto di coltivazioni più moderne e dinamiche, ma non per questo meno interessanti per l’intento che il Gal si ripropone: valorizzare tali produzioni comprendendone “potenzialità” ed eventuali “deficit” nella coltivazione e commercializzazione per elaborare disciplinari in grado di intervenire ove serva. Attraverso esse, poi, valorizzare il territorio e le sue mille sfaccettature, creando un “itinerario del gusto” in cui ogni azienda rappresenti una “bandierina” che, fornendo servizi di produzione e degustazione, si colleghi alle altre, attraversando le bellezze materiali e immateriali delle “Terre Vibonesi”. Prima fase conclusa con successo. Entro fine anno si prevede il completamento della seconda».