venerdì,Novembre 22 2024

Angelino ha fatto il miracolo, si rattoppano le strade in attesa del ministro

Operai al lavoro lungo la provinciale n. 74 per coprire buche e ripulire cigli e cunette. L’esponente di governo sarà a Melicuccà di Dinami e nel Vibonese il prossimo 4 maggio.

Angelino ha fatto il miracolo, si rattoppano le strade in attesa del ministro

Ricompaiono operai e mezzi lungo alcune delle arterie viarie provinciali da tempi immemori abbandonate a se stesse. È il caso della strada provinciale n. 74 che attraversa parte della vallata del fiume Mesima parallelamente al corso d’acqua. Un collegamento che come la totalità o quasi dei circa mille chilometri della rete viaria del Vibonese, si trova in un comatoso stato di abbandono.

Ma qual è il motivo di tanta improvvisa “grazia”? Ad ipotizzarlo questa mattina è la Gazzetta del Sud che, in un articolo a firma del giornalista Valerio Colaci, segnala la “singolare” concomitanza tra i lavori di ripristino di buche e voragini e di pulizia di cunette e cigli stradali, con la prevista visita del ministro dell’Interno Angelino Alfano che, il prossimo 4 maggio, sarà nella frazione Melicuccà di Dinami per inaugurare un Centro di aggregazione sociale, finanziato con fondi del Pon Sicurezza dello stesso dicastero.

Iniziativa nobilissima in sé, accompagnata però da questa nota di colore che vede il territorio impegnato nel goffo tentativo di rendersi presentabile agli occhi dell’esponente di governo, passando una mano di nero bitume in un quadro che resta, tuttavia, inevitabilmente sgangherato.

Angelino ha fatto il miracolo, si fa notare giustamente nell’articolo, manco fosse il Giro d’Italia, che quando arriva, si sa, “almeno ci aggiustano le strade”. Con buona pace di quanti, ogni giorno, rischiano e la vita (e in qualche caso la perdono pure), lungo le martoriate strade della nostra martoriata provincia, senza che nessuno si ponga il problema che, magari, una manutenzione di tanto in tanto o un intervento ben fatto potrebbe contribuire a garantire maggiore sicurezza e ad evitare costi umani e sociali.

Tanto, da queste parti, di “alfani” se ne vedono uno ogni morte di papa.

 

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