‘Ndrangheta: clan dei Piscopisani, chieste in appello 21 condanne per l’operazione “Rimpiazzo”
Si tratta del troncone celebrato in primo grado con il rito abbreviato. Fra gli imputati anche il boss di Limbadi Cosmo Michele Mancuso. L'inchiesta coordinata dalla Dda e condotta dalla Squadra Mobile di Vibo
Ventuno condanne sono state chieste alla Corte d’Appello di Catanzaro nel processo contro il clan dei Piscopisani che in primo grado si è celebrato con rito abbreviato dinanzi al gup distrettuale. La pubblica accusa – in aula rappresentata dal pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, applicato per tale processo alla Procura generale – ha infatti chiesto alla Corte di confermare le richieste di pena formulate in primo grado, e quindi, le seguenti condanne: 8 anni e 6 mesi per Nazzareno Felice, di 61 anni, di Piscopio (condannato in primo grado a 8 anni e 4 mesi); 13 anni e 8 mesi per Nazzareno Fiorillo, di 56 anni, detto “U Tartaru”, indicato quale capo del “locale” di ‘ndrangheta di Piscopio (condannato in primo grado a 11 anni); 3 anni Michele Fiorillo (cl. ’87), di Piscopio (stessa pena in primo grado); 20 anni per Rosario Fiorillo, di 32 anni, di Piscopio (19 anni e 4 mesi in primo grado); 18 anni e 6 mesi per Sasha Fortuna, di 42 anni, di Vibo, residente nel Bolognese (17 anni e 4 mesi in primo grado, fratello di Davide Fortuna, ucciso nel 2012 sulla spiaggia di Vibo Marina); 7 anni per Giovanni Giardina, di 44 anni, di Palermo (6 anni in primo grado); 12 anni per Francesco La Bella, di 49 anni, di Piscopio (8 anni e 8 mesi in primo grado); 6 anni e 8 mesi Mario Loiacono, di Vibo Marina; 3 anni e 6 mesi per Luigi Maccarone, di 44 anni, di Limbadi (2 anni in primo grado); 8 anni per Saverio Merlo, di 44 anni, di Piscopio (4 anni e 8 mesi in primo grado); 9 anni per Giuseppe Merlo, di 48 anni, di Piscopio ( 4 anni e 8 mesi in primo grado); 12 anni per Raffaele Moscato, di 36 anni, di Vibo Marina, collaboratore di giustizia (8 anni e 8 mesi in primo grado); 8 anni per Gaetano Rubino, di 41 anni, di Ficarazzi, provincia di Palermo (6 anni in primo grado); 3 anni per Michele Suppa, di 30 anni, di Vibo Valentia (2 anni in primo grado); 9 anni per Giovanni Battaglia, di 38 anni, di Piscopio; 3 anni per Marco Fiorillo, di 34 anni, di Piscopio (assolto in primo grado, fratello di “Pulcino”); 8 anni per Pasquale Fiorillo, di 33 anni, di Piscopio (assolto in primo grado); 10 anni e 6 mesi per Francesco D’Ascoli, di 50 anni, di Vibo Marina (assolto in primo grado); 10 anni per Salvatore Vita, di 46 anni, di Vibo Marina (assolto in primo grado); 8 anni e 6 mesi per Cosmo Michele Mancuso, 71 anni, di Limbadi (assolto in primo grado); 12 anni per Michele Fiorillo (cl.’86), detto Zarrillo, indicato come uno dei vertici del clan (assolto in primo grado). [Continua in basso]
Le prime discussioni delle difese sono state fissate per il 13 luglio prossimo. In primo grado la sentenza è arrivata al termine di un processo celebrato con rito abbreviato. Scelta del rito alternativo che è valsa agli imputati uno sconto di pena pari ad un terzo.
I capi di imputazione complessivi dell’operazione “Rimpiazzo” (il principale è l’associazione mafiosa) sono quasi 80. Le parti offese sono 35 di cui alcune assistite dall’avvocato Giovanna Fronte. Fra le parti civili la Regione Calabria, l’associazione antiracket, il Comune di Vibo, la Provincia di Vibo, la società Pubbliemme, Marcello Gaglioti, Chiaromonte srl, Giuseppe Lopreiato, i F.lli Corigliano e F.lli Nusdeo. Il collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato, è invece assistito dall’avvocato Annalisa Pisani. Associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi, traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni, rapina e danneggiamento i reati, a vario titolo, contestati. L’operazione è scattata ad aprile dello scorso anno con il coordinamento della Dda di Catanzaro, mentre le indagini sul “campo” sono state condotte dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia.
Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Sergio Rotundo, Luigi La Scala, Diego Brancia, Guido Contestabile, Gregorio Viscomi, Francesco Lione, Giuseppe Bagnato.
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