Rinascita Scott: la Cassazione ordina di rivedere la ricusazione di due giudici
Sarà necessaria una nuova pronuncia della Corte d’Appello di Catanzaro sulla ricusazione presentata da Luigi Mancuso nei confronti dei magistrati Cavasino e Romano. I due togati avevano presentato richiesta di astensione dal maxiprocesso dopo aver emesso la sentenza Nemea nella quale hanno già definito l’imputato quale capo del Crimine vibonese
La prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza della Corte d’Appello di Catanzaro – disponendo un nuovo giudizio – con la quale era stata respinta la dichiarazione di ricusazione dei giudici Brigida Cavasino (presidente del Collegio del maxiprocesso Rinascita Scott) e Gilda Romano (uno dei due giudici a latere). La difesa di Luigi Mancuso – assistito dagli avvocati Paride Scinica e Francesco Calabrese – ha basato la richiesta sul presupposto che i due giudici già in precedenza hanno pronunciato la sentenza nel processo nato dalle operazioni Nemea e Rinascita Scott (riunite in un unico procedimento) nei confronti del clan Soriano di Filandari, delineando nelle motivazioni della sentenza anche la figura dello stesso Luigi Mancuso, ritenendolo il capo del “Crimine” della provincia di Vibo, struttura di ‘ndrangheta riconosciuta dal “Crimine di Polsi”. [Continua in basso]
Una chiara anticipazione di giudizio, quindi, tanto che gli stessi giudici avevano chiesto di astenersi dalla trattazione di Rinascita Scott. La Cassazione ha così ordinato di rivedere la decisione alla Corte d’Appello di Catanzaro che dovrà ora spiegare i motivi per i quali i due giudici non sarebbero incompatibili alla trattazione del processo nei confronti di Luigi Mancuso, quando invece nelle motivazioni di altra sentenza (Nemea) l’hanno già ritenuto il capo Crimine del Vibonese, accusa per la quale è chiamato a rispondere nel processo Rinascita Scott.
In precedenza la Cassazione ha accolto con rinvio altro ricorso sulla ricusazione presentato dal boss di Zungri Giuseppe Accorinti.
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