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Processione a Soriano, il legale: «Zannino non rinuncia alla fede, invoca la Madonna e la ringrazia»

Dopo Michele Idà, anche l’altro portatore della statua nel corso del venerdì santo e dell’Affrontata di Pasqua esce alo scoperto e dice la sua. La nostra risposta

Processione a Soriano, il legale: «Zannino non rinuncia alla fede, invoca la Madonna e la ringrazia»

Dall’avvocato Sandro D’Agostino, in relazione all’articolo sulla processione a soriano ed i portatori delle statue (LEGGI QUI: Processioni a Soriano: la statua della Madonna portata in spalla da soggetti noti alle forze dell’ordine) per conto di Domenico Zannino, riceviamo e pubblichiamo:

«Le testate giornalistiche locali  – il “merito” è del Vibonese a cui va riconosciuto lo scoop giornalistico – tambureggiano la notizia che a Soriano la processione abbia visto come “portantini” della statua della Madonna soggetti ritenuti, dalla stampa locale, controindicati.
Avvertono il lettore che nessuno dovrà chiamare in causa il garantismo perchè poco importa se, alcuni di loro – come il mio assistito Zannino Domenico – non sono mai stati condannati per reati di mafia. A loro parere è sufficiente l’inopportunità di affidare tale ruolo a un soggetto che risulta indagato per omicidio di ‘ndrangheta.

La circostanza che Zannino Domenico sia indagato per omicidio è vera. Ma sappiamo solo questo, avendo ricevuto un avviso per il compimento di accertamenti tecnici non ripetibili. Allo stato, quindi, non si conosce se la Procura eserciterà o meno l’azione penale. E’, invece, certo che un Tribunale della Repubblica, ossia quello delle misure di prevenzione di Catanzaro, ha stabilito che Zannino Domenico non sia un soggetto pericoloso, quindi che possa partecipare a riunioni pubbliche, quali una processione. Ebbene sì, lo Stato stabilisce se è possibile partecipare o meno a una riunione pubblica, escludendo da questa facoltà i soggetti ritenuti pericolosi.
Zannino, peraltro, indipendentemente da ogni considerazione terrena, non rinuncia alla sua fede; lui credente invoca la Madonna e la ringrazia perchè ritiene che l’intervento divino abbia salvato la vita alla sorella della moglie, ammalata di un male gravissimo che aveva già stroncato la vita, a soli 45 anni, della di lui suocera. Fin quando non vi sarà una sentenza di un Tribunale, fin quando saremo una Repubblica democratica e non giudiziaria, Zannino Domenico – con buona pace degli indignati permanentiparteciperà alle cerimonie religiose, nel rispetto delle regole civili e sociali».

Sin qui la nota dell’avvocato Sandro D’Agostino per conto di Domenico Zannino. Per parte nostra preme solo evidenziare:

1) Prendiamo atto che pur non avendo il nostro pezzo riportato il nome e cognome di Domenico Zannino, lo stesso si riconosce come uno dei portatori della statua della Madonna il venerdì santo e poi nell’Affrontata di Soriano;

2) Non è solo la stampa locale ad indicare come soggetti controindicati alcuni personaggi, ma nel caso di specie lo fa pure un’informativa del Nucleo Operativo dei carabinieri di Serra San Bruno,  agli atti dell’inchiesta “Romanzo criminale” (citata nel nostro pezzo) che delinea gli schieramenti in campo dei contrapposti clan Emanuele e Loielo, protagonisti di una “guerra di mafia” che ha lasciato sul campo non pochi morti ammazzati. Le informative della polizia giudiziaria (i carabinieri, in questo caso) non sono verità assolute e non sono il vangelo, certo, ma sono pur sempre redatte da uomini in divisa che rappresentano un pezzo dello Stato. Quelle stesse divise accanto alle quali si rivendica poi il diritto di sfilare in processione portando le statue dei santi. E già solo questo ci appare come un paradosso (per non dire altro).

3) Se dovessimo basarci sulle sole sentenze irrevocabili per stabilire se un soggetto può portare o meno le statue dei santi in processione, è evidente che il problema neanche ci sarebbe. Un condannato in via definitiva per reati di mafia o altri gravi reati, infatti, in uno Stato di diritto sta in galera o al limite ai domiciliari. Non a caso, la Prefettura di Vibo e la Diocesi hanno negli scorsi anni sottoscritto un protocollo d’intesa per tenere lontani determinati soggetti dalle processioni. Soggetti liberi, ovviamente, e non certo in stato di detenzione. Per il resto ribadiamo quanto scritto.

LEGGI ANCHE: Processioni a Soriano: la statua della Madonna portata in spalla da soggetti noti alle forze dell’ordine

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