venerdì,Novembre 22 2024

Aggressione allo “Jazzolino” di Vibo, da Umanesimo Sociale dura condanna

Il movimento guidato da Mimmo Consoli: «Il mondo sanitario non potrà avere rispetto fino a quando non ci sarà un recupero totale del dialogo tra società civile ed operatori della salute»

Aggressione allo “Jazzolino” di Vibo, da Umanesimo Sociale dura condanna
Il dottor Domenico Consoli

La condanna più «determinata e consapevole», rispetto alle espressioni di violenza contro la «sanità di frontiera, quella che mette la faccia, l’impegno ed il cuore e la massima solidarietà» da parte di Umanesimo Sociale è espressa dal suo referente e fondatore Mimmo Consoli a nome di tutto il movimento dopo le recenti aggressioni avvenute all’ospedale “Jazzolino” di Vibo valentia contro il personale in servizio.

«Crediamo – viene precisato dal movimento – che le alterate dinamiche tra utenti e operatori del mondo sanitario siano addebitabili ad una percezione errata da parte dei primi rispetto alla organizzazione della salute. Il crollo dell’immagine e della considerazione nasce da una gestione approssimativa ed incompetente della cosa pubblica da parte dei decisori. Ne risulta una sanità delegittimata, amputata ed impotente, la sua qualità percepita è molto al di sotto delle sue reali capacità. A nulla vale che l’estremo baluardo della salute, il medico operi col massimo sforzo e con dedizione. In questa ottica la diffidenza regna sovrana ed anche gli inevitabili insuccessi; quelle condizioni cliniche disperate che non potrebbero avere prognosi migliore da nessuna parte sono vissute non come ineluttabili ma come colpe da imputare agli operatori della salute». [Continua in basso]

Il mondo sanitario, a parere del movimento, «non potrà avere rispetto fino a quando non ci sarà un recupero totale del dialogo tra società civile ed operatori della salute. E questo non può avvenire senza un rapporto fiducia le e di rispetto. Bisogna ridare alla sanità la credibilità e l’immagine profanata dalla incapacità di gestione fin qui dimostrata soprattutto nel più recente passato. Solo la cultura salverà la Calabria, la cultura del servizio, della buona e sapiente amministrazione, la consapevole ed attrezzata assunzione di responsabilità della governance della salute. Bisogna allontanare i profani dal tempio della sacralità della medicina – fanno ancora presente dalla sede di Umanesimo sociale –  sostituire l’improvvisazione con la preparazione , altrimenti gli utenti, non adeguatamente  attrezzati in termini di moderazione e di serena interpretazione degli eventi, diventeranno sempre più violenti e quelli, anche se dotati di normale capacità di civile convivenza, diventeranno sempre più disaffezionati e pronti ad emigrare per garantirsi un diritto alla salute, che diventerà sempre più asimmetrico , ottimale al nord ed inefficiente al Sud».

La logica futura, insomma, in sanità bisogna «basarla su un’alleanza terapeutica tra portatori di bisogni di salute e preposti alla risposta sulla base di un rapporto da ricostruire sulla fedeltà ad un nuovo umanesimo che faccia dimenticare logiche distorte del passato.  Le recenti vicende ci hanno insegnato quanto sia vera quest’analisi e quanto – questa la conclusione del movimento – siano inadeguati ed insufficienti i rimedi proposti improntati alla sicurezza ed alla contrapposizione che non lasci intravedere soluzioni possibili».

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