Rinascita Scott: la Cassazione respinge il ricorso di 30 imputati e ritiene corretto il rinvio a giudizio
Al vaglio della Suprema Corte, la decisione con la quale il Tribunale di Vibo Valentia ha rigettato l’eccezione di nullità sollevata dai difensori dopo la ricusazione del gip distrettuale per la posizione di Antonio Ierullo mandato a processo per omicidio
La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibili i ricorsi proposti da diversi imputati del maxiprocesso Rinascita Scott avverso la decisione con la quale il Tribunale collegiale di Vibo Valentia con propria ordinanza ha rigettato l’eccezione di nullità del decreto che dispone il giudizio emesso dal gip distrettuale. In particolare, sono stati respinti i ricorsi degli imputati: Luigi Mancuso, Agostino Redi, Giovanni Rizzo, Giuseppe Rizzo, Vincenzo Spasari, Francesco Tomeo, Antonio Giuseppe Torneo, Salvatore Valenzise, Michelangelo Barbieri, Domenico Camillò, Giuseppe Camillò, Robert Lazej, Giuseppe Navarra, Valerio Navarra, Irene Altamura, Onofrio Arcella, Francesco Barbieri, Giuseppe Barbieri, Onofrio Barbieri, Francesco Crocolici, Paola De Caria, Giuseppina De Luca, Filippo Fiarè, Rosario Fiarè, Francesco Fortuna, Giuseppe Fortuna (cl. ‘63), Giuseppe Fortuna (cl. ‘77), Salvatore Mazzotta, Rosaria Papalia e Domenico Simonetti. [Continua in basso]
I difensori degli imputati, nel rivolgersi alla Cassazione, avevano dedotto “l’abnormità dell’ordinanza del Tribunale di Vibo, in quanto – a loro parere – ritenuta espressiva dell’esercizio di un potere eccentrico rispetto alla funzione tipica dell’atto giurisdizionale”. I difensori avevano chiesto la nullità del decreto che dispone il giudizio in quanto il provvedimento era stato emesso da un giudice dell’udienza preliminare ricusato – per aver assunto statuizioni pregiudicanti in funzione di gip in un procedimento a suo carico riunito – nei confronti di altro coimputato, Antonio Ierullo, in relazione agli omicidi di Alfredo Cracolici e Giovanni Furlano. Fatti di sangue contestati allo stesso Ierullo in concorso con Domenico Bonavota e la cui ricusazione (quella di Ierullo) era stata accolta dalla Corte d’Appello di Catanzaro in sede di rinvio dopo un annullamento della Cassazione.
La Suprema Corte, nel ritenere inammissibili i ricorsi degli imputati, ha sottolineato che Antonio Ierullo è stato infine rinviato a giudizio con autonomo e separato provvedimento dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro per rispondere dell’accusa di omicidio. Inoltre i ricorrenti hanno chiesto alla Cassazione un sindacato “preventivo” sulla correttezza giuridica “di un provvedimento invece inoppugnabile, qual è l’ordinanza del Tribunale di Vibo che ha respinto la proposta eccezione di nullità”.
Per la Cassazione, “non è abnorme l’ordinanza con cui il giudice del dibattimento rigetti la deduzione di nullità del decreto che dispone il giudizio, emesso dal giudice dell’udienza preliminare ricusato da uno degli imputati, in quanto non emessa in difetto di potere, né comportante una stasi del procedimento; conseguentemente, è inammissibile l’immediato ricorso per Cassazione proposto avverso la stessa, eventualmente impugnabile in via differita insieme alla sentenza”. Da qui il rigetto del ricorso e la condanna dei ricorrenti al pagamento della somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
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