lunedì,Dicembre 23 2024

Dissesto idrogeologico, l’affondo dell’Ance: «Dove sono fondi regionali?»

Il presidente della sezione edile di Confindustria Vibo, Gaetano Macrì, punta il dito contro i mancati interventi sulla rete viaria provinciale che ad ogni pioggia registra frane e smottamenti che mettono in pericolo l’incolumità delle persone.

Dissesto idrogeologico, l’affondo dell’Ance: «Dove sono fondi regionali?»

«Ormai basta una giornata di pioggia più intensa del solito, ma pur sempre nella norma del periodo, per causare smottamenti e allagamenti che non fanno neanche più notizia, perché ci abituiamo sempre di più all’emergenza, alle criticità e soprattutto, cosa più grave, alle negligenze di chi non fa nulla per arginare questi problemi».

È quanto afferma il presidente di Associazione nazionale costruttori edili Vibo Valentia, Gaetano Macrì, intervenendo in relazione ai diffusi smottamenti e alle frane che in queste ore stanno provocando non pochi disagi alla circolazione stradale nel Vibonese.

«Il triste ricordo dell’alluvione 2006 – sostiene Macrì -, sembra non sia servito da insegnamento per nessuno, i morti che quella catastrofe provocò, sembrano dimenticati e se ad oggi non si sono registrate ancora vittime, è forse solamente un caso fortuito. Da quanto ne sappiamo, la Regione Calabria ha ricevuto fondi per gestire il problema del dissesto idrogeologico pari a circa 22 milioni di euro e viene naturale chiedersi, sono state investite queste risorse e come?».

Ancora, per il presidente della sezione edile di Confindustria Vibo «a giudicare da quello che si vede sul territorio la risposta non lascia adito a dubbi, visto che un “normale temporale” provoca ingenti danni e disagi, che sistematicamente mettono in difficoltà i cittadini e le imprese. Strade interrotte, canali di scolo intasati, tombini ostruiti, sono il bilancio visivo che si presenta agli occhi di tutti, mentre il solito valzer delle competenze si alterna su chi e come deve fare cosa».

Tra gli enti chiamati in causa, l’Amministrazione provinciale, che «anche a causa delle note difficoltà che l’Ente sta attraversando da tempo e che inevitabilmente si ripercuotono sulle attività degli uffici», vede una «Suap non al massimo dell’efficienza e ciò va a influire immancabilmente anche sulle imprese, che hanno rapporti con le banche e con i propri dipendenti e che sono in grosse difficoltà».

L’Italia, aggiunge Macrì, «è un Paese ad elevato rischio idrogeologico, poiché sono interessati ben l’89% dei Comuni, ma se a ciò si va ad aggiungere la negligenza della gestione dei fondi destinati a tali interventi o l’incapacità di valutare correttamente i rischi che da ciò ne derivano, ecco che poi ci si trova di fronte a situazioni che inevitabilmente devono far riflettere prima che accada l’inevitabile, anzi in questo caso dovremmo dire “l’evitabile”».

Per il presidente Ance, infine, «sarebbe opportuno ed auspicabile che ci si adoperasse in fretta e senza rimpalli o ritardi sulle cose da fare che sono tante e che tutti sanno, al fine di evitare spiacevoli e sgradite difficoltà, che non sempre si possono concludere con la sola conta dei danni».

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