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Processo “Costa Pulita”: il pm chiede anche in appello la condanna di tutti gli imputati

L’operazione antimafia è scattata nel 2016 contro i clan Accorinti-Bonavita-Melluso di Briatico, Il Grande di Parghelia e Mancuso di Limbadi. Sono 30 gli imputati, giudicati in primo grado con il rito abbreviato e tornati liberi per scadenza termini. Chiesta la condanna pure per ex politici di Briatico e imprenditori

Processo “Costa Pulita”: il pm chiede anche in appello la condanna di tutti gli imputati
La Corte d'Appello di Catanzaro e nel riquadro alcuni dei coinvolti nell'operazione antimafia "Costa Pulita"
Il pm Andrea Mancuso

Conferma della sentenza di primo grado, rigetto di tutti i motivi d’appello proposti dalle difese dei 30 imputati giudicati in primo grado con il rito abbreviato e dichiarazione della prescrizione per singole ipotesi di reato che interessano gli imputati Ferdinando Il Grande di Parghelia e Nazzareno Colace di Portosalvo (frazione di Vibo Valentia). Il pm della Dda, Andrea Mancuso – applicato per il secondo grado di giudizio del processo nato dall’operazione antimafia “Costa Pulita” – ha concluso oggi la sua requisitoria dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro. La sentenza di primo grado è stata emessa il 31 luglio 2018 dal gup distrettuale Pietro Carè. Una sentenza storica dal punto di vista giudiziario perché per la prima volta è stata riconosciuta l’esistenza di un’associazione mafiosa radicata nel territorio comunale di Briatico – il clan Accorinti-Bonavita-Melluso – e di un’altra avente la sua roccaforte a Parghelia: il clan Il Grande. Il processo in appello assume particolare significato alla luce dei ritardi (caso più unico che raro) registrati per il deposito delle motivazioni del verdetto: ben due anni. Solo nel luglio 2020, infatti, il gup distrettuale ha depositato le motivazioni della sentenza e ciò ha fatto sì che tutti gli imputati detenuti (boss ed affiliati) siano stati nel frattempo rimessi in libertà per scadenza dei termini massimi di custodia cautelare, risalendo gli arresti all’aprile del 2016.  [Continua in basso]

La requisitoria e le condanne rimediate in primo grado

L’ex consigliere di Briatico Sergio Bagnato (condannato a 4 anni)

Fra le condanne di primo grado appellate dalle difese e di cui il pm Andrea Mancuso ha chiesto invece la conferma, anche quelle nei confronti degli ex sindaci di Briatico Andrea Niglia (condanna che gli è costata anche la carica di presidente della Provincia di Vibo) e Francesco Prestia (2 anni a testa per corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose, più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici) oltre a quella – più pesante – nei confronti dell’ex consigliere comunale di Briatico Sergio Bagnato (4 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, più 5 anni di interdizione dai pubblici uffici).

Questi gli altri imputati e le condanne rimediate in primo grado di cui il pm ha ora chiesto la conferma alla Corte d’Appello di Catanzaro: 14 anni e 8 mesi Antonino Accorinti, indicato come il capo dell’omonimo clan di Briatico; 12 anni Antonio Accorinti, figlio di Antonino Accorinti; 10 anni e 8 mesi per Cosmo Michele Mancuso (cl. ’49), boss di Limbadi dell’omonimo clan; 14 anni Nazzareno Colace, di Portosalvo (per lui chiesta la prescrizione per qualche reato); 10 anni Leonardo Melluso (cl. ’65), pure lui di Briatico, indicato quale capo dell’omonimo clan; 8 anni e 8 mesi Emanuele Melluso, di Briatico; 8 anni e 8 mesi Simone Melluso, di Briatico; 7 anni Salvatore Muggeri (cl. ’77), genero di Antonino Accorinti; 10 anni Carmine Il Grande, indicato quale capo dell’omonimo clan di Parghelia; 8 anni Ferdinando Il Grande, di Parghelia (per lui chiesta la prescrizione per un’ipotesi di furto); 8 anni Gerardo La Rosa, di Parghelia; 6 anni e 8 mesi Giuseppe Evalto (cl. ’63), imprenditore originario di Spilinga ma residente a Pizzo; 8 anni per Giuseppe Granato, imprenditore di Briatico;  4 anni, 5 mesi e 10 giorni Giancarlo Lo Bianco (cl. ’80), imprenditore di Portosalvo (frazione di Vibo Valentia); 8 anni Francesco Grillo (cl. ’79) di Paradisoni di Briatico, titolare di una ditta attiva nel commercio all’ingrosso della frutta; 6 anni e 8 mesi Francesco Marchese (cl. ’86), di Briatico; 6 anni Salvatore Muzzupappa (cl. ’71), di Nicotera; 7 anni e 4 mesi Pasquale Prossomariti, di Santa Domenica di Ricadi; 6 anni Felice Lo Iacono, di San Costantino di Briatico; 8 anni Giancarlo Lo Iacono, di Zambrone; 8 anni Salvatore Prostamo, di Briatico; 8 anni Giovanni Rizzo (cl. ’82), di Nicotera Marina; 8 anni Carlo Russo, di Zambrone; 4 anni e 8 mesi Davide Surace (cl. ’85), di Spilinga; 4 anni e 8 mesi Federico Surace (cl. ’91), di Spilinga; 2 anni Eugenya Umyarova (cl. ’73) dell’Uzbekistan; 2 anni Francesca Galea, di Siderno. [Continua in basso]

Saranno i giudici della Corte d’Appello a dovere riquantificare le pene nei confronti di Ferdinando Il Grande e Nazzareno Colace in caso di condanna, alla luce della richiesta di prescrizione del pm per alcune imputazione loro contestate.
Il rito abbreviato scelto dagli imputati in primo grado ha consentito loro di usufruire di uno sconto di pena pari ad un terzo. Associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, usura, corruzione elettorale, concorso esterno in associazione mafiosa, detenzione illegale di armi, estorsione e danneggiamento i reati, a vario titolo, contestati.
Gli imputati (politici compresi) sono stati altresì condannati a risarcire gli enti pubblici che si sono costituiti parti civili nel processo, ovvero la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia, il Comune di Briatico, il Comune di Vibo Valentia, il Comune di Parghelia, l’associazione Antiracket ed Antiusura della Provincia di Vibo, e “Alilacco-Sos Impresa”.

Questi gli avvocati impegnati nel processo: Giovanni Vecchio; Sandro D’Agostino; Daniela Garisto; Giuseppe Bagnato; Antonio Porcelli; Sergio Rotundo; Francesco Sabatino; Armando Veneto; Francesco Lojacono; Diego Brancia; Giuseppe Di Renzo; Vincenzo Gennaro; Francesco Calabrese; Francesco Manti; Nicola Cantafora; Vincenzo Galeota; Paola Stilo; Brunella Chiarello; Stefania Mantelli; Nicola Marcella; Riccardo Adamo; Giovanni Aricò; Luca Cianferoni; Adriano Bazzoni; Francesco Gambardella; Michele Accorinti; Vincenzo Trungadi; Pietro Marino; Antonello Fuscà; Gabriele D’Ottavio; Pasqualino Circosta; Giuseppe Altieri; Guido Contestabile; Massimo Pugliese; Francesco De Luca; Anselmo Torchia; Marco Talarico; Sandro Furfaro; Gregorio Viscomi; Antonio Corsaro; Salvatore Pisani; Damiano Vita; Graziella Scionti; Antonio Cimino; Marco Oldani; Fabio Oldani; Domenico Francica; Daniela Costa; Vincenzo Cicino; Salvatore Staiano; Antonio Speziale; Francesco Schimio; Patrizio Cuppari.

Per altri 49 imputati che hanno invece optato per il rito ordinario il processo di primo grado è invece ancora in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. [Guarda foto in basso]

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