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Delitto Lopreiato a Stefanaconi, le rivelazioni di Mantella: «E’ stato ucciso dai Bonavota»

Il collaboratore di giustizia offre le sue verità sull’omicidio di Ninu U Muriziu, ucciso l’8 aprile 2008, smentendo la versione di Loredana Patania, non creduta neppure dalla Corte d’Assise di Catanzaro

Delitto Lopreiato a Stefanaconi, le rivelazioni di Mantella: «E’ stato ucciso dai Bonavota»
Antonino Lopreiato

Rivelazioni in parte inedite ad opera del collaboratore di giustizia, Andrea Mantella, in relazione all’omicidio – allo stato impunito – di Antonino Lopreiato, 51enne di Stefanaconi ucciso l’8 aprile del 2008. Un fatto di sangue per il quale il 7 ottobre 2020 la Corte d’Assise di Catanzaro ha assolto per non aver commesso il fatto: Emilio Antonio Bartolotta, 42 anni, Annunziata Foti, 43 anni, moglie di Bartolotta, Francesco Calafati, 43 anni, e anche Loredana Patania, tutti di Stefanaconi. Le nuove dichiarazioni arrivano nel corso del processo nato dall’operazione antimafia Imponimento contro il clan Anello di Filadelfia, in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Lamezia Terme. Rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, il collaboratore Andrea Mantella ha spiegato di aver conosciuto Antonio Facciolo, indicato come factotum dei Bonavota, nel “2002 a Vibo nell’autosalone di Franco Ceravolo”. A presentarglielo sarebbe stato Paolino Lo Bianco il quale avrebbe praticato l’usura ai danni di Antonio Facciolo. [Continua in basso]

Andrea Mantella

“I Bonavota di Sant’Onofrio mi presentarono Facciolo quasi come un loro parente. E’ stato Antonino Lopreiato di Stefanaconi, detto Ninu U Murizzu, a posizionare sotto casa di Facciolo un lumino ed un mazzo di fiori. Da lì siamo andati armati ad una riunione convocata in una masseria a Sant’Onofrio e Antonino Lopreiato si è presentato accompagnato da Saverio Patania, pure lui di Stefanaconi. Ero presente insieme a Domenico Cugliari, detto Micu i Mela, Francesco Fortuna, Domenico Bonavota, Nicola Bonavota e Francesco Scrugli. Lopreiato non seppe dare una spiegazione sul perché dei fiori e del lumino contro Facciolo – ha raccontato Mantella – ma ha ammesso le proprie responsabilità trincerandosi dietro il fatto che, a suo dire, si trattava di un messaggio rivolto ai suoi nipoti. Domenico Cugliari chiamò quindi in disparte il nipote Domenico Bonavota dicendo che bisognava ammazzare lì, subito, sia Antonino Lopreiato che Saverio Patania. Ma Domenico Bonavota si è opposto agli omicidi perché altrimenti avremmo dovuto uccidere pure i due pastori della masseria, due Calfapietra, padre e figlio, al fine di non lasciare in giro testimoni. Era stato Facciolo, dopo aver ricevuto l’intimidazione con i fiori ed i lumini, a rivolgersi a Domenico Cugliari. Lopreiato è stato quindi ucciso in seguito ed è stato eliminato dai Bonavota. Uno dei motivi dell’omicidio – ha svelato Mantella – è dovuto proprio all’intimidazione che lo stesso aveva rivolto a Facciolo. Lo stesso Facciolo che drenava denaro per conto dei Bonavota e degli Anello all’interno dei villaggi degli Stillitani dove era stato imposto dai Bonavota con le sue ditte e il servizio di lavanderia”.

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