«I Perri riferimento dei clan» e i supermercati come uffici di collocamento
Nelle loro attività commerciali sarebbero stati assunti familiari e persone vicine alla cosca Iannazzo. Priorità poi ad alcuni fornitori alimentari e a ditte edili per l'ampliamento dei Due Mari
di Luana Costa
«I fratelli Perri, e in particolar modo Francesco, costituiscono gli imprenditori di riferimento delle cosche operanti nel comprensorio lametino in quanto, asservendo le aziende di cui sono titolari agli interessi e alle esigenze dell’associazione ‘ndranghetistica, sono legati a quest’ultima da un illecito accordo a prestazioni corrispettive di reciproco e mutuo vantaggio». È questa la premessa che ha condotto questa mattina l’ufficio misure prevenzione del Tribunale di Catanzaro – su richiesta della Dda di Catanzaro – a porre i sigilli all’impero dei tre imprenditori di Lamezia Terme: Francesco, Pasqualino e Marcello Perri. Un sequestro di beni per oltre 800 milioni di euro. [Continua in basso]
Il monopolio
«La gestione delle attività commerciali operata dai fratelli Perri essendo coadiuvata dall’intervento delle cosche di ‘ndrangheta – si legge nel decreto di sequestro – garantisce agli imprenditori un monopolio di fatto su importanti e strategiche industrie commerciali inquinando l’imprenditoria non asservita a dinamiche criminali». Secondo la ricostruzione operata dai finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro il reciproco scambio sarebbe stato assicurato inizialmente dalla famiglia De Sensi, in seguito dai Cannizzaro e, infine, dagli Iannazzo.
Franco Perri il dominus
In particolare, il ruolo di dominus viene attribuito a Francesco Perri che eredita dal padre, Antonio Perri, l’ingente patrimonio «di provenienza illecita». Attorno a lui ruoterebbero tutte le attività imprenditoriali del gruppo e rappresenterebbe l’imprenditore di riferimento delle cosche. Secondo la ricostruzione: «I benefici per la cosca Iannazzo derivanti dalla protezione garantita alle attività commerciali del gruppo Perri – la catena di supermercati e il centro commerciale “I Due Mari” – non scaturiscono da una operazione di imposizione con metodi mafiosi bensì dall’instaurazione di un legame a prestazioni corrispettive». [Continua in basso]
Lo scambio di favori
Lo scambio di interessi si sarebbe infatti concretizzato attraverso l’impiego delle aziende della famiglia Perri per consolidare la propria autorevolezza sul territorio. Le imprese sarebbero state disponibili a collocare fornitori e dipendenti vicini alla cosca, ottenere lavori per le imprese edili direttamente o indirettamente riconducibili alla famiglia Iannazzo e infine attraverso forme di sostegno finanziario.
Ufficio di collocamento
Tra le assunzioni di personale dipendente si ricorda nel provvedimento quella, ad esempio, «la moglie e la sorella di Vincenzino Iannazzo nella direzione di alcuni supermercati del gruppo Perri, il coinvolgimento del cognato di Vincenzino Iannazzo nella direzione di alcuni supermercati, l’assunzione in qualità di dipendenti dei supermercato di altri accoliti, l’inserimento tra i fornitori di prodotti alimentari dei supermercati di aziende vicine alla cosca, l’imposizione delle ditte esecutrici dei lavori di ampliamento del centro commerciale e la sistematica disponibilità sotto il profilo finanziario dimostrato dall’imprenditore a sostenere i costi degli onorari dei difensori di Vincenzino Iannazzo». Ma la protezione sarebbe consistita anche nell’eliminare o osteggiare ogni possibile concorrenza sul territorio.