Cadavere bruciato nel Vibonese, in attesa del Dna si scava nel passato della vittima
Solo gli esami medico legali potranno dare definitive certezze sui resti ritrovati a Calimera nell’auto carbonizzata di Salvatore Giuseppe Tutino la cui sorella è invece scomparsa nel nulla nel 1999
Sarà l’esame del Dna a fugare ogni dubbio e ad offrire certezze sull’identità del cadavere carbonizzato ritrovato all’interno di un’auto, anche questa data alle fiamme, nelle campagne di Calimera, frazione del comune di San Calogero. Un’area del Vibonese non distante dal confine con la provincia di Reggio Calabria ed a pochi metri dalla linea ferroviaria. Se vi è infatti certezza che l’auto bruciata appartiene a Salvatore Giuseppe Tutino, 62 anni, di Rosarno, scomparso da casa il 15 dicembre scorso, solo l’esame del Dna potrà dare con sicurezza un nome ed un volto al cadavere carbonizzato. Gli esiti di tale esame si conosceranno solo fra una decina di giorni, tempi tecnici necessari per portare a termine le operazioni medico-legali ancora in corso, essendo il cadavere e l’auto carbonizzata ritrovati il 17 gennaio scorso. La Procura di Vibo Valentia – che coordina il lavoro dei carabinieri del comando provinciale e del gruppo di Gioia Tauro – è intanto impegnata a rileggere le inchieste giudiziarie come l’operazione denominata “Faust” della Dda di Reggio Calabria che raccontano di agguati falliti ai danni di Salvatore Giuseppe Tutino, così come altri legami familiari che non possono essere trascurati. Emigrato in Francia negli anni ’80 e poi rispedito in Italia dalle autorità francesi, la vittima era nipote di un cognato di Vincenzo Pesce, alias “U Pacciu”, dell’omonima famiglia di Rosarno. Un cugino della vittima, invece, ha scontato diversi anni di reclusione in uno dei primi processi al clan Pesce scaturito dalle dichiarazioni del pentito Salvatore Marasco. Si indaga pure sui legami con la famiglia Cacciola di Rosarno e non viene trascurato il fatto che una sorella di Salvatore Giuseppe Tutino è scomparsa nel nulla il 30 novembre del 1999. La vittima era proprietaria insieme al fratello di un pezzo di terra nei pressi del vecchio ponte di legno che da Rosarno porta a Nicotera, non distante dal fiume Mesima ed a qualche chilometro dalla campagna di Calimera dove è stata ritrovata l’auto carbonizzata. Dopo la scomparsa il 5 dicembre scorso, del caso di Salvatore Giuseppe Tutino si era occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto”.
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