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Rinascita Scott: gli insediamenti industriali a Polia e Monterosso, i soldi persi ed il ruolo di Pittelli

Un intero capitolo dell’inchiesta è dedicato alla vicenda della Trust Plastron con protagonisti il boss Luigi Mancuso, Giovanni Giamborino, l’ingegnere Francesco Basile e un ex collaboratore dell’allora deputato di Forza Italia

Rinascita Scott: gli insediamenti industriali a Polia e Monterosso, i soldi persi ed il ruolo di Pittelli
A sinistra Giovanni Giamborino e Luigi Mancuso, a destra Giancarlo Pittelli
Una veduta panoramica di Polia

Porta a Polia ed a Monterosso Calabro un intero capitolo dell’inchiesta Rinascita Scott trattato in aula – dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia – dall’investigatore dei carabinieri del Ros di Catanzaro, Alessandro Caruso. Un’attività di indagine che chiama in causa diversi soggetti, alcuni dei quali non indagati e che cerchiamo di ricostruire. Per gli inquirenti la società Axioergos srl di Monterosso Calabro avrebbe costituito «il frutto di un sistema finemente architettato finalizzato all’acquisizione di agevolazioni pubbliche (legge 488/92)» ideato e gestito da quello che i carabinieri del Ros nelle loro informative – e la stessa Dda nella loro richiesta di custodia cautelare – hanno definito come «una sorta di “gruppo di potere” costituito formalmente da Domenico Salvatore Galati (cl. ’67), l’ingegnere Francesco Basile ed Egidio Sora – ciascuno con ruoli ben delineati e occultamente da Giancarlo Pittelli e Luigi Mancuso, quale portatore di interessi economici e con un ruolo di “dominus” deputato alla risoluzione di controversie createsi tra gli altri protagonisti della vicenda, per la spartizione di importanti somme di denaro acquisite”. Domenico Galati ed Egidio Sora non sono indagati per tale vicenda, così come l’ingegnere vibonese Francesco Basile, imputato in Rinascita Scott per altra storia. [Continua in basso]

La restituzione dei soldi

Giovanni Giamborino

La prima conversazione utile alla ricostruzione degli avvenimenti è stata intercettata il 20 febbraio 2016 tra Giovanni Giamborino di Piscopio (imputato nel maxiprocesso) e Domenico Galati  di Monterosso (non indagato, ex collaboratore di Pittelli) nella quale emergeva per la prima volta una sorta di “esposizione debitoria” di Giancarlo Pittelli nei confronti di Domenico Galati e di Francesco Basile. L’avvocato Pittelli, in tale “progetto comune”, avrebbe ricevuto una consistente somma di denaro da un terzo soggetto di cui non veniva fatto il nome (successivamente identificato in Egidio Di Sora) ma sul conto del quale Galati affermava: “I soldi gliel’ha dati veramente, credimi sulla…mia mamma…io…pure che non mi risponde al telefono…, glieli ha dati veramente i soldi, credimi”.

Giovanni Giamborino avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra Giancarlo Pittelli e Francesco Basile per il recupero di denaro in favore di quest’ultimo e, in virtù di ciò, avrebbe ottenuto liquidità monetaria da utilizzare per i propri interessi.

Dalle intercettazioni emerge quindi – ad avviso degli inquirenti  – che Giovanni Giamborino avrebbe dovuto ricevere da Pittelli la somma di denaro destinata all’ingegnere Basile, salvo poi rinviare tale dazione direttamente ad un successivo incontro organizzato tra Pittelli e Luigi Mancuso.

L’intervento di Luigi Mancuso

Luigi Mancuso

Tale circostanza, secondo la ricostruzione del Ros, sarebbe confermata dal fatto che Pittelli il 18 marzo 2016 si è incontrato con Luigi Mancuso, con quest’ultimo che dimostrerebbe quindi «sicuri interessi nella vicenda Trust».
Giamborino avrebbe ribadito nelle intercettazioni che Giancarlo Pittelli “stava tirando la corda”, riferendo che avrebbe garantito che per fine anno avrebbe saldato a terza persona (Francesco Basile) la somma di 200mila euro corrispondente ai “soldi dei lavori e della perizia” e peraltro non l’intera cifra, bensì solo la metà. Sempre dalle intercettazioni, i carabinieri del Ros ricavano il dato che Pittelli degli oltre 500 mila euro ricevuti da Di Sora dovesse riconoscere una parte anche a Luigi Mancuso.

In altre intercettazioni, Pittelli lamentandosi con Giovanni Giamborino in ordine al fatto che la situazione creatasi andava avanti da dieci anni, addossandone la colpa alla “denuncia di Galati”, rammentava di averne parlato direttamente con Luigi Mancuso, con il quale si era accordato per dilazionare l’estinzione del debito: Quando avrò qualcosa gliela darò”,esigendo che sia Basile che Galati non ritornassero in argomento: “…non mi deve rompere i coglioni…che mi chiamano…”

Giovanni Giamborino avrebbe però ribattuto al suo interlocutore che anche Francesco Basile era stato a trovare Luigi Mancuso, accompagnato dallo stesso Giamborino: “… da Luigi è venuto con me l’ingegnere… è venuto con me, una volta sola l’ha visto”. Pittelli concludeva però – stando alle intercettazioni – con tali parole: “…devi dirgli…, l’unica cosa se lo lasciate fottere tutti a Pittelli…”. [Continua in basso]

I riscontri e gli uffici a Monterosso e Polia

Un panorama di Monterosso
Una veduta di Monterosso Calabro

La fallita società “Trust Plastron S.r.l.” – perno di tutta la vicenda – faceva parte del fallito gruppo Ages spa, principale fornitore di componentistica per auto dell’allora Fiat Auto spa. La questione nasceva in data 2 giugno 2004 allorquando la Trust Plastron, amministrata da Di Sora Egidio, formulava un’offerta per l’acquisto a trattativa privata del ramo d’azienda dellafallita Elmec Italia srl, condizionata allamanifestazione di assenso da parte del Ministero delle Attività Produttive, poiché titolare di un finanziamento pubblico.
In data 5 novembre 2004, a distanza quindi di circa cinque mesi dalla richiesta di cessione del ramo di azienda della fallita società Elmec Italia, Egidio Di Sora (amministratore unico della Trust Plastron Srl) delegava Domenico Galati a sottoscrivere il decreto di subentro nel programma.

«La circostanza di tempo nella quale si collocava l’inserimento di Galati nella società Trust Plastron trova perfetto ordine – sostengono i carabinieri del Ros – nelle svariate affermazioni di Giovanni Giamborino nelle quali attribuiva la vera paternità del “progetto Trust” a Giancarlo Pittelli, atteso che all’epoca Domenico Galati era il principale collaboratore dell’allora parlamentare di Forza Italia».

Nell’attesa della concessione delle agevolazioni del progetto P.I.A, la Trust Plastron Srl, in data 2 gennaio 2005, apriva quindi a Monterosso Calabro un ufficio amministrativo in via Roma e uno stabilimento in contrada Dilica, nel quale si esercitava l’attività di “stampaggio di materie plastiche e stampaggio di lamiere, progettazione e produzione di fari e fanali e loro componenti”. [Continua in basso]

Giancarlo Pittelli

Contestualmente in data 10 maggio 2005 avveniva: la cessione del ramo di azienda della Trust Plastron srl a favore della Ages spa. Nel corpo dell’atto di cessione veniva indicato che la Trust Plastron S.r.l ha tra l’altro, per via diretta ed indiretta, il controllo del capitale della Ages S.p.A., società operante nel settore automotive, con particolare riferimento, alla progettazione, produzione e commercializzazione di antivibranti e manufatti in gomma plastica e materie similari. Il prezzo della cessione era convenuto in euro 5.194.000,00.

In data 10 ottobre 2005, la Trust Plastron apriva invece un’unità locale a Polia quale cantiere in contrada Cannalia, per attività di “lavori di movimento terra e lavori edili ad uso proprio; stampaggio di materie plastiche e stampaggio di lamiere; progettazione e produzione di fari e fanali e loro componenti”.

Il 14 ottobre 2005, quindi, Egidio Di Sora, quale amministratore unico di detta società, conferiva procura speciale per l’esecuzione delle formalità pubblicitarie al commercialista Paolo Basile (fratello di Francesco Basile, imputato in Rinascita Scott per altra vicenda inerente la Italiantrade srl).
In data 20 giugno 2006, la Trust Plastron registrava poi all’Agenzia delle Entrate di Vibo Valentia due atti aventi ad oggetto la “Costituzione di rendita fondiaria o rendita semplice”, rispettivamente: a favore di Domenico Ubaldo Galati (del valore dichiarato di euro 48.000,00), sindaco pro tempore del Comune di Monterosso Calabro, nonché responsabile dell’area tecnica dello stesso Comune e consulente all’epoca della Trust Plastron di Polia (non indagato); a favore di Domenico Salvatore Galati del valore dichiarato di euro 60.000,00.

L’insediamento industriale in località Cannalia a Polia già all’epoca aveva destato preoccupazione nei carabinieri poiché la strada di accesso alla fabbrica era stata realizzata  all’interno del Parco delle Serre e in una zona protetta vicina ad un fiume sottoposto a vincolo paesaggistico e ambientale come la fiumara Reschia. Vi erano state da parte dei carabinieri nel 2008 anche delle denunce alla Procura di Vibo Valentia per reati ambientali.

Il fallimento della società Trust e la mancata erogazione di soldi aveva quindi fatto perdere all’ingegnere Francesco Basile (in precedenza è stato anche assessore ai lavori pubblici ed all’Urbanistica al Comune di Vibo nella prima giuntaguidata dal sindaco Elio Costa)secondo la ricostruzione degli investigatori illustrata in aulai soldi anticipati (tre milioni di euro) per la costruzione del complesso industriale, riacquistato all’asta da Domenico Salvatore Galati per la somma di un milione di euro. Una vicenda per la quale Giancarlo Pittelli, nel corso di un interrogatorio, si è dichiarato innocente.

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