Pittelli annuncia lo sciopero della fame in carcere ed informa… Sansonetti
Il direttore de Il Riformista rende noto un telegramma nel quale l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia - imputato in Rinascita Scott e detenuto a Melfi - si dice intenzionato a portare alle estreme conseguenze la sua iniziativa
Si ritiene vittima di “un’ingiustizia mostruosa”, l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, e per questo ha annunciato l’inizio di uno sciopero della fame da portare «alle estreme conseguenze». Dal carcere di Melfi, dove è rinchiuso dal 7 dicembre scorso dopo aver violato le prescrizioni degli arresti domiciliari spedendo una lettera con una richiesta di aiuto al ministro Mara Carfagna (comprensiva anche del numero di telefono della moglie sul quale essere ricontattato), Giancarlo Pittelli ha ora inviato un telegramma al direttore del Riformista, Piero Sansonetti, annunciando lo sciopero della fame. Pittelli è attualmente imputato nel maxiprocesso Rinascita Scott dove la principale accusa è quella di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe messo a disposizione dei clan Mancuso di Limbadi e Nicotera e Razionale di San Gregorio d’Ippona i suoi contatti (anche istituzionali) per rafforzare le due consorterie criminali. La decisione del Tribunale collegiale di Vibo Valentia di rispedire in carcere Pittelli per aver “consapevolmente trasgredito alle prescrizioni impostegli con il provvedimento di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari”, manifestando “la volontà di instaurare contatti, con la precipua finalità di incidere sul regolare svolgimento del processo”, è stata confermata anche dal Tribunale del Riesame. Da ricordare, infine, che nella lettera inviata al ministro Mara Carfagna – e consegnata agli investigatori di Catanzaro e alla Dda – Giancarlo Pittelli spiegava che sul suo caso stava preparando anche un’interrogazione parlamentare che vedeva Vittorio Sgarbi quale primo firmatario. Lo stesso Pittelli citava poi Piero Sansonetti quale “giornalista che non l’aveva mai abbandonato”.
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