martedì,Novembre 26 2024

Rinascita Scott: Giovanni Giamborino fra boss, politici e il tentativo di avvicinare un giudice

L’investigatore del Ros Alessandro Caruso si sofferma in aula, nel corso del maxiprocesso, sulla rete relazionale del presunto faccendiere di Luigi Mancuso, alle prese con l’avvocato Pittelli, l’ingegnere Basile, i cugini Pietro Giamborino e Pino Galati sino al proposito di favorire un noto imprenditore di Vibo con un magistrato

Rinascita Scott: Giovanni Giamborino fra boss, politici e il tentativo di avvicinare un giudice
Nel riquadro Giovanni Giamborino
Giovanni Giamborino

Ancora la rete relazionale di Giovanni Giamborino di Piscopio, al centro della deposizione dell’investigatore dei carabinieri del Ros di Catanzaro, Alessandro Caruso, nel maxiprocesso Rinascita Scott. Dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia, il teste – rispondendo alle domande del pm Andrea Mancuso – si è soffermato ad illustrare diversi episodi venuti alla luce grazie alle intercettazioni ambientali. Sono emersi così alcuni degli interlocutori di Giovanni Giamborino destinatari di confidenze in relazione a specifiche vicende che in quel periodo interessavano il Giamborino stesso: Saverio Piperno (congiunto dello stesso Giovanni Giamborino), Antonio Mobilio, Pino Galati, alias “U Ragionieri” (già condannato con sentenza definitiva quale “capo società” del “locale” di ‘ndrngheta di Piscopio, nonché cugino di Giamborino), Pietro Giamborino (ex consigliere regionale del Pd, anche lui cugino di Giovanni Giamborino), Rosario La Bella (accompagnatore in qualche occasione di Giovanni Giamborino), Mario Artusa, Giancarlo Pittelli (avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia) e l’ingegnere Francesco Ferdinando Basile (ex assessore comunale ai lavori pubblici ed all’urbanistica al Comune di Vibo durante la prima amministrazione guidata dal sindaco Elio Costa). Mobilio, Piperno, Galati e La Bella non figurano fra gli imputati, mentre sotto processo (per contestazioni diverse) si trovano Mario Artusa, Pietro Giamborino, Giancarlo Pittelli e Francesco Basile. [Continua in basso]

Luigi Mancuso

Nei racconti di Giovanni Giamborino c’è di tutto: dalla vicenda relativa alle difficoltà da parte dello stesso a saldare il prezzo (30mila euro) di un’Audi A3, per il cui acquisto sarebbe stato favorito grazie alla mediazione di Giancarlo Pittelli che avrebbe speso pure il nome di Luigi Mancuso, sino all’interessamento dello stesso ex parlamentare di Forza Italia (e di Pietro Giamborino che avrebbe mobilitato medici e politici di Catanzaro) per un’operazione chirurgica che interessava il figlio di Giovanni Giamborino ed una liberatoria da parte della Banca d’Italia che riguardava Benedetta Giamborino (figlia di Giovanni). Ma dall’ascolto delle intercettazioni, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire anche un presunto interessamento di Giovanni Giamborino ad avvicinare un magistrato del Tribunale di Catanzaro.

L’investigatore Alessandro Caruso ha quindi spiegato in aula – rispondendo alle domande del pm Andrea Mancuso – che Giovanni Giamborino era interessato a creare un canale di comunicazione con il magistrato Carmen Ranieli, magistrato del Tribunale civile di Catanzaro. Abbiamo accertato che Luigi Mancuso era interessato a sistemare una pratica del dottore Pugliese, titolare del San Leonardo srl, resort ubicato a Vibo sulla Statale 18 al Km 434. Giovanni Giamborino – ha raccontato il teste – doveva avvicinare Carmen Ranieli, il giudice che aveva la pratica, nata a Vibo il 6 luglio 1984, figlia – ha aggiunto il teste – di Michele Ranieli”, ovvero l’avvocato vibonese ed ex parlamentare dell’Udc. Il magistrato Carmen Ranieli – che non è indagata così come non è indagato l’avvocato Ranieli – , secondo quanto riferito in aula dal teste Caruso della pubblica accusa avrebbe dovuto decidere (stando al contenuto delle intercettazioni riguardanti Giovanni Giamborino) su una vicenda che interessava “il dottore Tommaso Pugliese, il dentista, identificato come nato a Gerocarne il 15 luglio 1943, titolare della società San Leonardo srl. Sul dottore Pugliese – ha aggiunto l’investigatore del Ros rispondendo al pm – ha reso dichiarazioni anche il collaboratore di giustizia Andrea Mantella”. Anche il dottore Pugliese non figura fra gli imputati di Rinascita Scott. [Continua in basso]

L’investimento milionario a Polia

Giancarlo Pittelli

Al centro dell’udienza, anche la costituzione di una società con sede a Monterosso Calabro sorta per incamerare finanziamenti pubblici e dove a rimetterci cifre consistenti sarebbe stato – stando a quanto raccontato da Giovanni Giamborino – l’ingegnere Francesco Ferdinando Basile. Una società nella quale avrebbe avuto interessi anche Salvatore Domenico Galati e “in maniera occulta pure Giancarlo Pittelli e Luigi Mancuso, con quest’ultimo che avrebbe incaricato Giovanni Giamborino per mediare sull’esposizione debitoria che aveva Pittelli nei confronti di Francesco Basile e Salvatore Domenico Galati per circa 200mila euro, quest’ultimo ex collaboratore del deputato Pittelli”. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la società doveva realizzare un capannone industriale a Polia del valore di dieci milioni di euro. Sarebbero così seguiti una serie di incontri fra Giovanni Giamborino, Giancarlo Pittelli e Luigi Mancuso dopo che Giovanni Giamborino avrebbe parlato dell’intera situazione con l’ingegnere Francesco Basile e Salvatore Domenico Galati. “Qualora Francesco Basile fosse rimasto coinvolto in vicende giudiziarie – ha rimarcato in aula il teste – secondo Giovanni Giamborino si sarebbe difeso chiarendo la propria posizione e dicendo di aver subito da Pittelli, dallo stesso Giamborino e da Salvatore Domenico Galati una truffa, un furto, un’estorsione”.

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