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Narcotraffico: “Giardini segreti”, otto condanne in appello

L’inchiesta della polizia e della Dda di Catanzaro è nata anche grazie alle dichiarazioni del collaboratore Emanuele Mancuso

Narcotraffico: “Giardini segreti”, otto condanne in appello
Nel riquadro Emanuele Mancuso
Emanuele Mancuso

Otto condanne ed un’assoluzione nel processo d’appello nato dall’operazione antidroga denominata “Giardini Segreti”. In particolare, la Corte d’Appello di Catanzaro ha condannato: Emanuele Mancuso, di 34 anni, di Nicotera, a 2 anni e 4 mesi (4 anni e 11 mesi di reclusione in primo grado); a 4 anni Giuseppe Navarra, di 31 anni, di Rombiolo, (6 anni e 10 mesi in primo grado); a 4 anni di reclusione Giuseppe Franzè, di 35 anni, di Stefanaconi (6 anni e 10 mesi in primo grado); 4 anni e 20 giorni per Giovanni Battaglia, di 36 anni, di Nicotera (6 anni e 10 mesi in primo grado); 4 anni Francesco (Ciko) Olivieri, di 36 anni, di Nicotera (6 anni e 10 mesi); 4 anni e 4 mesi per Valentin Cirpian Stratulat, di 24 anni, residente a Nicotera (7 anni e 2 mesi in primo grado); 4 anni per Pantaleone Perfidio, di 35 anni, di Nicotera (7 anni e 2 mesi in primo grado); 4 anni e 3 mesi Giuseppe De Certo, di 29 anni, di Nicotera, (stessa pena in primo grado).

Tutti gli imputati sono stati assolti dal reato associativo e la Corte d’Appello – presieduta dal giudice Loredana De Franco – ha ordinato l’immediata liberazione di Francesco Costa (che non aveva altre contestazioni e si trovava in carcere) ed Emanuele Mancuso se non detenuti per altra causa. [Continua in basso]

Francesco Olivieri

A capo del gruppo, secondo l’accusa, insieme ad Emanuele Mancuso (attuale collaboratore di giustizia e figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto l’Ingegnere), con un ruolo di spicco nella compagine dedita al traffico di marijuana ed alla sua produzione ci sarebbe stato anche Giuseppe De Certo. L’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico non ha però retto in appello. Fra i principali acquirenti di marijuana, a sua volta da piazzare fuori dalla provincia di Vibo, gli inquirenti ritengono di aver individuato Giuseppe Franzè. Francesco Olivieri, detto “Cicko” (autore della sparatoria del maggio 2018 costata due morti a Nicotera e tre feriti a Limbadi) avrebbe quindi individuato nell’estate del 2015 il terreno (fra Nicotera e Joppolo) su cui avviare la piantagione, realizzando l’impianto di irrigazione e curato le operazioni di coltivazione della marijuana. 

Giuseppe Navarra

Per altra coltivazione individuata nell’agosto del 2015 in una casa popolare abbandonata – di fronte l’abitazione della nonna di Emanuele Mancuso – in via Foschea a Nicotera rispondevano invece Emanuele Mancuso, Francesco Olivieri, Giuseppe Navarra e Giuseppe Franzè, con quest’ultimo accusato di aver poi acquistato lo stupefacente per piazzarlo. L’operazione è stata condotta sul campo dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia.

Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Daniela Garisto e Guido Contestabile (per Giuseppe Navarra), Francesco Schimio (per Valentin Stratulat e per Giuseppe Olivieri, quest’ultimo già condannato per l’omicidio Timpano in spiaggia Nicotera), Antonia Nicolini (per Emanuele Mancuso), Francesco Capria (per Costa, Battaglia, Perfidio, De Certo), Vincenzo Galeota.

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