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Libera a due anni da Rinascita Scott: «Non possiamo permetterci passi indietro»

L’associazione antimafia ripercorre simbolicamente le emozioni dei tanti cittadini scesi in strada all’indomani del maxiblitz per applaudire gli investigatori che hanno portato a termine una delle più grandi operazioni di sempre contro la ‘ndrangheta. Ad accoglierli al comando provinciale dei carabinieri di Vibo c’era il colonnello Bruno Capece

Libera a due anni da Rinascita Scott: «Non possiamo permetterci passi indietro»

«Due anni fa migliaia di persone hanno risposto all’appello, lanciato all’indomani dell’operazione Rinascita-Scott di riprenderci i nostri spazi e le nostre piazze. Un fiume in piena di gente che ha deciso di testimoniare un’intensa voglia di riscatto. Nel ripercorrere oggi simbolicamente quelle emozioni, siamo stati accolti dentro le istituzioni per dimostrare la loro concreta apertura alla comunità, il loro essere tra la gente e per la gente. Un’iniziativa densa di significati, che ha rappresentato un modo per rinnovare la nostra assunzione di responsabilità nel difficile e complesso percorso del riscatto e della rinascita». E’ quanto spiega in un comunicato stampa il coordinamento provinciale dell’associazione antimafia Libera. “E’ necessario alimentare le emozioni e la voglia di cambiamento perché c’è il rischio di abbandonarsi al facile sentimento della rassegnazione e che non ci si renda conto fino in fondo della forte inversione di rotta che stiamo vivendo. Non possiamo permetterci passi indietro e c’è la necessità di difendere strenuamente gli spazi che, come disse il procuratore Gratteri durante la conferenza stampa tenutasi all’indomani del 19 dicembre, sono stati liberati. [Continua in basso]

Il cammino è sicuramente lungo e – come ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo, “non si può pensare di cambiare le cose da un momento all’altro. E’ innegabile però, che molti passi in avanti si siano fatti e che Vibo Valentia non sia lo stesso territorio di anni fa”. Dobbiamo essere fiduciosi e tenere la barra dritta”. Essere portatori di speranza e promotori di bellezza, la chiave per costruire il cambiamento.

“Vibo è un cantiere in cui ci sono moltissimi lavori in corso, diverse realtà positive” queste le parole di Ferdinando Pietropaolo per l’associazione “Insieme per il Bene Comune” e aggiunge: “dobbiamo esserne consapevoli e metterle in rete”. Il rischio che si continui a credere normale ciò che normale non è può essere vinto solamente costruendo insieme e promuovendo alleanze e sinergie tra chi opera sul territorio.

E’ necessario “Pensare globale agire locale” ci ha detto Marwa El Afia, rappresentante della Cgil, sottolineando come “ormai la marcia del 24 dicembre di due anni fa è un pezzo di storia, una storia che dobbiamo conoscere, alimentare e raccontare. La nostra storia, una storia che testimonia la voglia di esserci”.  “Non ci possono essere libertà, non ci possono essere diritti se non scardiniamo il potere mafioso” sono invece le parole di Daniele Armellino, rappresentante dei Giovani Federalisti Europei, che evidenzia la necessità di una lotta trasnazionale alla criminalità organizzata, un lavoro di democratizzazione che bisogna portare avanti a Vibo Valentia così come a Bruxelles. Il nostro percorso – spiega Libera – si è concluso, come due anni fa, al Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia dove, ad attenderci, c’era il colonnello Bruno Capece. Ha ricordato con commozione l’applauso interminabile che, due anni fa, la comunità ha deciso di tributare agli uomini ed alle donne delle istituzioni. “Questa è casa vostra” dice, aggiungendo che oggi c’è una nuova vicinanza tra comunità e istituzioni, la gente denuncia, si schiera e si indigna. E’ evidente che lo Stato, per troppo considerato alieno e lontano, gode adesso di una credibilità forte e questo grazie ad istituzioni che prima ancora di essere la divisa che indossano, sono uomini e donne che hanno a cuore le sorti di una terra per la quale si spendono con abnegazione e grande senso del dovere.

Non dobbiamo però dimenticare che lo Stato è ciascuno di noi e che la lotta alla ‘ndrangheta non può essere delegata alla sola magistratura ed alle sole forze dell’ordine ma parte dalla quotidianità di tutti e di ciascuno. Un Buon Natale, dunque, e che il nuovo anno porti con sé una rinnovata voglia di ribellione alle violenze ed ad ogni sopruso, una sana rabbia che diventi azione concreta a difesa dei diritti e delle libertà di un popolo, quello calabrese, che ha deciso di non abbassare la testa».

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