L’ultimo commosso saluto di Mileto a Saverio Colloca
Nel pomeriggio a Paravati i funerali dello sfortunato operaio deceduto a seguito di un’esplosione in un negozio dove stava eseguendo alcuni lavori
Saverio Colloca è stato accolto nella “sua” Paravati nel primo pomeriggio, poco prima dei funerali, proveniente dall’ospedale di Catania, dove è spirato giovedì dopo dieci giorni di agonia e un primo intervento nel Policlinico di Catanzaro. È giunto nella frazione di Mileto non – come da protocollo – con destinazione la chiesa parrocchiale “Santissima Maria degli Angeli”, ma per espresso desiderio dei genitori con meta diretta la casa dove per 47 anni è vissuto, a sugellare l’estremo, struggente atto d’amore di una madre e di un padre, desiderosi di “tenere” un’ultima volta fra le loro braccia l’adorato figlio. Poi le esequie celebrate in chiesa dal parroco don Domenico Muscari, alla presenza del sindaco Salvatore Fortunato Giordano – che per la giornata di oggi ha proclamato il lutto cittadino – , dell’intera comunità miletese e di centinaia di persone provenienti anche da altre luoghi della provincia i quali, sfidando la calura estiva, hanno desiderato dimostrare vicinanza ai familiari e rivolgere l’ultimo, estremo saluto al povero Saverio. Amici, semplici conoscenti e tanta gente comune, molti dei quali, vinti dalla commozione, in quei frangenti hanno più volte dato libero sfogo al pianto. Nella sua omelia don Muscari ha focalizzato l’attenzione sulla figura di Saverio, “persona garbata di grande bontà e sempre disponibile con tutti, con cui proprio la domenica precedente il tragico incidente avevo preso un caffè. Non sono bastate le catene di preghiera – ha affermato il sacerdote – che da parte di tanti, anche dei ragazzi che in questi giorni stanno partecipando in parrocchia al Grest, si sono levate in cielo per la sua guarigione. Il Signore lo ha voluto a sé, dopo tanto soffrire con gli apostoli Pietro e Paolo e gli angeli in un angolo del paradiso”.
L’operaio era rimasto vittima di un’esplosione avvenuta in un negozio per parrucchieri del suo paese natale, mentre era intento a guadagnarsi il pane con il proprio lavoro. A provocarla, il gas fuoruscito dalle numerose bombolette di schiuma espansa, a quanto sembra utilizzate al momento per occludere i buchi dove erano state posizionate delle travi del tetto soprastante, e l’innesco fortuito di una miccia, molto probabilmente all’avvio del motore dell’autoclave ubicato nel fabbricato. Mite e affabile – e anche per questo ben voluto da tutti – Saverio Colloca coltivava un unico hobby: la caccia, condiviso con gli amici e i compagni di tante battaglie e vissuto, quasi tutte le sere, dopo una giornata di lavoro, con una semplice chiacchierata in piazza Italia. Gli stessi che, al termine della messa, attraverso un loro delegato, con un toccante messaggio hanno voluto esprimere vicinanza ai familiari, per la perdita del figlio, e dolore per la scomparsa di un amico buono, “che lascia tra di noi un vuoto incolmabile”. L’ennesimo caso di morte bianca, che ha inopinatamente strappato Saverio alle braccia dei propri familiari e di una comunità attonita e affranta. A sancire l’ultimo, significativo gesto espresso dalla “sua” gente nel corso dei funerali, il toccante lancio di 47 palloncini bianchi, di cui due con le sue iniziali, levatisi alti in cielo all’uscita della bara dalla chiesa una volta conclusasi la messa e poco prima che la salma si allontanasse dalla vista dei suoi cari e venisse trasportata nel vicino cimitero comunale.