‘Ndrangheta: dura condanna in appello per il boss Crea di Rizziconi
È accusato anche dell’estorsione ai danni dell'imprenditore Nino De Masi. È stato latitante fino al 2 agosto 2019 quando fu catturato in una villetta a Santa Domenica di Ricadi
La Corte d’appello di Reggio Calabria, presieduta dal giudice Giancarlo Bianchi, ha condannato il boss Domenico Crea di Rizziconi a 22 anni e 8 mesi di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso e per l’estorsione ai danni dell’imprenditore Nino De Masi, il testimone di giustizia che da anni vive sotto scorta.
In primo grado Crea era stato condannato a 23 anni di reclusione nel settembre 2020. Difeso dagli avvocati Francesco Albanese e Pasquale Loiacono, il boss è accusato di aver costretto Nino De Masi a consegnare alla cosca trattori, macchine per l’agricoltura, altri attrezzi e materiale vario. Merce il cui valore ammontava a oltre 18 mila euro e per la quale la famiglia mafiosa di Rizziconi non ha mai pagato nulla. [Continua in basso]
Per lo stesso reato erano già stati condannati in via definitiva anche il boss Teodoro Crea detto “Toro” e Giuseppe Crea, rispettivamente padre e fratello dell’imputato che è stato latitante fino al 2 agosto 2019 quando fu catturato dalla polizia a Santa Domenica di Ricadi, in provincia di Vibo Valentia. La Corte d’appello di Reggio Calabria ha condannato Domenico Crea anche a pagare le spese legali sostenute dall’imprenditore De Masi che si è costituito parte civile.
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