Gratteri: «In questo Governo nessun ministro nomina mai la mafia»
Il procuratore di Catanzaro torna ad attaccare la riforma della giustizia: «Non comprende nulla che serva a combattere la corruzione». E sulla 'ndrangheta al Nord: «Colpa di imprenditori senza scrupoli che hanno pensato di guadagnarci»
«Questo Governo ha ai vertici un mago della finanza, ma sul piano del contrasto alla criminalità non ho sentito da nessun ministro pronunciare la parola mafia». L’accusa arriva direttamente dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ospite ieri sera al “Festival di libri e Altrecose” di Pescara per presentare il nuovo libro scritto con Antonio Nicaso, “Complici e colpevoli: come il Nord ha aperto le porte alla Ndrangheta”. Il procuratore si è detto indignato da tale silenzio e anche da ciò che concerne la riforma della giustizia: «Hanno dimenticato di mettere reati ambientali, corruzione, concussione e tutti reati della Pa. Questo mi indigna, ma nessuno ha detto nulla. Non c’è una cosa che serve per contrastare inquinamento, la corruzione. Sta accadendo tutto nel silenzio assordante di tutti tranne che del sottoscritto». [Continua in basso]
La corruzione in magistratura
E sulla magistratura sotto attacco, Gratteri ha affermato: «I magistrati sono il prodotto di questa società, come tutte le professioni e le categorie. C’è corruzione? Sì, c’è corruzione. È accaduto, ma non penso che valga la pena buttare al rogo la magistratura. Bisogna individuare i collusi e i corrotti ed essere feroci con loro. Se la gente pensa di unirsi al coro di certi centri di potere di rivoltare la magistratura, fanno il gioco di chi vuole vendicarsi di trent’anni di lavoro di chi ha combattuto le mafie. Dico, attenzione a non unirsi al coro. La gente non deve abboccare a questi centri di potere che vogliono indebolire lo Stato per poi far sì che sia più malleabile».
La ‘ndrangheta al Nord
Spazio poi al tema centrale del nuovo libro: l’espandersi e l’affermarsi della ‘ndrangheta nel nord Italia. «I complici e i colpevoli sono gli imprenditori, amministratori e politici. Abbiamo sempre ascoltato raccontarci che le mafie sono al Nord per il soggiorno obbligato, ma questo significa scaricare la colpa sul legislatore. Dire che le mafie sono al nord perché hanno usato violenza è una pezza, è una giustificazione parziale. La mafia che segue i soldi non è poi molto attuale. Le mafie sono al Nord perché imprenditori senza scrupoli hanno abbracciato la ‘ndrangheta perché hanno pensato di guadagnare». Una ‘ndrangheta che è arrivata nelle regioni settentrionali molto prima del soggiorno obbligato e che si è vista aprire le porte dalla stessa società: «Le varie Procure hanno documentato come candidati nei Consigli comunali, regionali e parlamentari hanno chiesto appoggio di imprenditori collusi con la mafia».