Imponimento: fissato il processo a Vibo per l’estorsione al Lido degli Aranci
Il Tribunale di Lamezia Terme si era dichiarato territorialmente incompetente. Coinvolto il clan Lo Bianco-Barba
E’ stato fissato al 6 dicembre prossimo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia il processo nato dall’operazione antimafia denominata Imponimento e che interessa in questo caso quattro imputati. L’8 ottobre scorso, infatti, il Tribunale collegiale di Lamezia Terme (presidente Angelina Silvestri, giudici a latere Adele Foresta e Domenico Riccio) ha accolto due delle eccezioni preliminari sollevate dai difensori di alcuni imputati relative alla competenza territoriale. Per alcuni capi di imputazione la competenza territoriale si è così spostata dal Tribunale di Lamezia Terme a quella di Vibo Valentia, avendo i giudici accolto le eccezioni sollevate dagli avvocati Santo Cortese, Antonio Crudo, Rosa Giorno e Giuseppe Bagnato.
La questione di incompetenza territoriale era stata sollevata rilevando che i fatti loro contestati ad alcuni imputati risultano commessi nel comprensorio del Tribunale di Vibo Valentia e l’aggravante dell’agevolazione mafiosa contestata si riferisce al clan Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia ed al clan Tripodi di Portosalvo e non alla cosca Anello di Filadelfia.
Il Tribunale di Vibo Valentia ha quindi ora fissato al 6 dicembre prossimo l’inizio del processo per i seguenti imputati: Domenico Lo Bianco, 58 anni, di Vibo Valentia; Antonio Tripodi, 57 anni, di Portosalvo; Sante Tripodi, 48 anni, di Portosalvo; Domenico Tripodi, 53 anni, di Portosalvo.
Altri imputati coinvolti nella vicenda (ed in altre contestazioni) hanno invece scelto il rito abbreviato. In questo caso si tratta di Paolo Lo Bianco (57 anni), Vincenzo Barba (68 anni) e Filippo Catania (59 anni), tutti di Vibo Valentia. [Continua in basso]
Le accuse
Tutti gli imputati sono accusati di aver compiuto atti estorsivi volti ad imporre ad Antonio Facciolo – gestore dal 2016 al 2018, attraverso la Golden Service srl della struttura turistica denominata “Lido Golfo degli aranci” a Bivona – la consegna di una somma di denaro. Anche Antonio Facciolo, docente di Filosofia, è rimasto coinvolto nell’inchiesta “Imponimento” in quanto ritenuto vicino (concorrente esterno) al clan Anello di Filadelfia.
Mediante violenza e minaccia derivante dall’appartenenza alla criminalità organizzata, in virtù di pregressi accordi sarebbe stata attribuita inizialmente a Domenico Lo Bianco (e quindi al clan Lo Bianco-Barba) e poi direttamente ai Tripodi la competenza criminale a gestire l e pretese estorsive relative alla gestione del Lido degli Aranci, costringendo Antonio Facciolo a consegnare ai due clan il denaro richiesto a titolo estorsivo e, segnatamente: nell’anno 2016 tra gli 8 ed i 10mila euro; nell’anno 2017 diecimila euro. [Continua in basso]
Vincenzo Barba avrebbe quindi preso a monte accordi con i Tripodi (ed in particolare con Antonio Tripodi) in ordine alla gestione delle pretese estorsive riguardanti la gestione della struttura turistica, stabilendo la ripartizione tra le due cosche di compiti e proventi. Domenico Lo Bianco avrebbe svolto l’incarico di sorvegliare la struttura, mantenere i contatti con la vittima e riscuotere il denaro (almeno fino all’estate del 2017). Domenico e Sante Tripodi avrebbero invece interloquito con Vincenzo Barba in ordine alla ripartizione dei proventi e, dall’estate del 2017 in poi, in ordine alla rimodulazione delle modalità esecutive dell’estorsione richiedendo ed ottenendo che le somme venissero erogate direttamente a loro dalla vittima.
Domenico Lo Bianco, Paolino Lo Bianco, Vincenzo Barba, e Filippo Catania avrebbero inoltre partecipato ad una riunione di ‘ndrangheta promossa dal boss di Filadelfia Tommaso Anello a tutela della vittima Antonio Facciolo.
L’esito della riunione con Anello
Sarebbe stata così stabilita la restituzione delle chiavi di un immobile a Facciolo all’interno del Lido degli Aranci che sarebbe stato in precedenza occupato da Domenico Lo Bianco. Le somme di denaro a titolo estorsivo, inoltre, sarebbero state consegnate non più Domenico Lo Bianco ma ai Tripodi di Portosalvo. Le condotte delittuose contestate coprono un arco temporale che va dal 2016 sino al 21 agosto 2018.
L’eccezione di incompetenza territoriale accolta dal Tribunale di Lamezia Terme in favore di quello di Vibo Valentia riguarda quindi anche il capo d’imputazione mosso al solo Domenico Lo Bianco (avvocati Santo Cortese e Toni Crudo) relativo all’estorsione ai danni dell’imprenditore Antonio Facciolo inerente l’occupazione abusiva di una casetta all’interno del Lido degli Aranci avvalendosi della forza intimidatrice della cosca Lo Bianco-Barba.
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