Carcere duro a Nicola Tripodi. Il boss assegnato al “41 bis”
Al boss vibonese Nicola Tripodi, già condannato a otto anni di reclusione nell’ambito del procedimento scaturito dall’indagine “Lybra”, è stato applicato il regime carcerario “41 bis”, cosiddetto carcere duro.
Il provvedimento è stato richiesto dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni (foto), nell’ambito dell’attività di contrasto ai clan che lo stesso sta conducendo nel territorio Vibonese. Tripodi, secondo gli inquirenti, da almeno vent’anni sarebbe a capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta che, da Vibo Marina, avrebbe esteso i suoi interessi illeciti nell’ambito dei lavori pubblici, denotando un profilo “imprenditoriale” agevolato da solidi collegamenti con ambienti politici romani e della massoneria. Tra gli elementi emersi dall’inchiesta “Lybra”, insieme agli interessi coltivati dalla consorteria a Roma e in Lombardia, anche le attenzioni che il clan Tripodi avrebbe riservato ai lavori di ricostruzione nel dopo alluvione del 3 luglio 2006 nel Vibonese.