Truffa: il Comune di Tropea parte civile contro imputato che aveva prima premiato
La costituzione arriva dopo la civica benemerenza del settembre 2020 consegnata dal sindaco Giovanni Macrì a Francesco Trecate sul quale già pendeva la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura per assenteismo
Ha avuto inizio dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Gianfranco Grillone, il processo per una truffa ai danni del Comune di Tropea ma che vede nelle imputazioni anche la detenzione illegale di armi e munizioni. Ammesse dal Tribunale le richieste di prova di accusa e difesa, i giudici hanno incaricato un perito per procedere alla trascrizione delle intercettazioni telefoniche. Il Comune di Tropea si è invece costituito parte civile con l’avvocato La Monica nei confronti di due imputati: Francesco Trecate, 61 anni, e Saverio Mazzitelli, 61 anni, entrambi dipendenti comunali.
Secondo l’accusa, Francesco Trecate e Saverio Mazzitelli, in concorso fra loro ed in tempi diversi (da gennaio ad aprile 2016), con artifizi e raggiri si sarebbero allontanati reiteratamente dal posto di lavoro per finalità estranee al servizio, celando tale condotta astenendosi scientemente dal timbrare il cartellino marcatempo in uscita ed al rientro oppure scambiandosi i cartellini per timbrarli ciascuno a vantaggio dell’altro. In tal modo avrebbero indotto in errore il Comune di Tropea circa l’effettivo svolgimento del servizio, procurandosi un ingiusto vantaggio patrimoniale corrispondente alla retribuzione non dovuta. Da qui l’accusa di truffa ai danni del Comune di Tropea. [Continua in basso]
Detenzione illegale di arma e ricettazione della stessa è invece l’accusa mossa dalla Procura a Francesco Medile, 65 anni, di Tropea, in relazione al possesso di una pistola semiautomatica calibro 45, marca Colt. Arma con numero di matricola contraffatto. Stessa accusa viene rivolta anche nei confronti di Salvatore Trecate, 37 anni, di Tropea (genero di Medile e figlio di Francesco Trecate) che ha però scelto il processo con rito abbreviato.
Sempre a Salvatore Trecate e Francesco Medile (quest’ultimo difeso dagli avvocati Giovanni Vecchio e Sandro D’Agostino) viene poi contestata l’accusa di aver detenuto illegalmente 97 munizioni calibro 45. Fatto accertato a Tropea il 30 dicembre del 2015.
Il solo Salvatore Corigliano (difeso dall’avvocato Francesco Ruffa) deve infine rispondere di aver ceduto clandestinamente 200 munizioni calibro 45 a Salvatore Trecate (assistito dall’avvocato Giuseppe Di Renzo), soggetto privo del titolo abilitativo necessario all’acquisto. Il processo è stato quindi aggiornato al 28 gennaio prossimo per l’inizio dell’istruttoria dibattimentale. [Continua in basso]
Da ricordare che Francesco Trecate, custode del cimitero di Tropea, ed il figlio Salvatore sono stati arrestati nel febbraio scorso (attualmente sono in libertà) in quanto coinvolti nello scandalo del c.d. “Cimitero degli orrori” di Tropea che ha registrato una serie indeterminata di violazioni di sepolcro e di soppressione di cadaveri. Nei loro confronti, unitamente a Roberto Contartese, la Procura di Vibo ha già avanzato al gup richiesta di rinvio a giudizio e nella prossima udienza si valuterà una richiesta di patteggiamento da parte degli imputati.
Da ricordare inoltre che il 9 settembre 2020 il sindaco di Tropea Giovanni Macrì – dopo un’apposita delibera del Consiglio comunale – ha conferito a Francesco Trecate (zio anche dell’assessore Greta Trecate) la civica benemerenza “Città di Tropea 2020” per “abnegazione al lavoro”. Lo stesso Francesco Trecate contro cui il Comune di Tropea si è ora costituito parte civile nel processo per truffa e che, all’epoca della benemerenza, si trovava già indagato per assenteismo ed anzi nei suoi confronti era pendente la richiesta di rinvio a giudizio per truffa formulata dalla Procura.
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