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Il clan dei Piscopisani e le bische clandestine da Vibo sino a Tropea

Raffaele Moscato svela la presenza di circoli per il gioco d’azzardo pure a Pizzo, con trucchi sofisticati per barare e incassare denaro a volontà 

Il clan dei Piscopisani e le bische clandestine da Vibo sino a Tropea

Veniva investito nelle bische clandestine il denaro provento dei delitti compiuti dal clan dei Piscopisani ed in particolare da Nazzareno Fiorillo, alias “U Tartaru”, indicato come capo del clan, Rosario Fiorillo, detto “Pulcino”, Rosario Battaglia, Michele Fiorillo, alias “Zarrillo”, Pino Galati detto “Il Ragioniere”. Ancora una volta è Raffaele Moscato ad aprire uno spaccato sulle attività criminali del clan dei Piscopisani ed a svelare dettagli del tutto inediti sul modus operandi della consorteria criminale di cui faceva parte con la dote di ‘ndrangheta del “vangelo”. Le vincite venivano divise fra i vertici del clan “e in parte venivano reinvestite per le spese dell’associazione. Il movimento di denaro di queste bische – racconta Moscato – poteva arrivare anche a trecentomila euro nel periodo sotto Natale. Nelle bische venivano a giocare parecchie persone”. Il collaboratore di giustizia svela quindi dove si giocava a Vibo Valentia ed i personaggi coinvolti. “Conosco Mimmu U Zazzu, che è Domenico Lo Bianco, fratello di Francesco Lo Bianco, che aveva a Vibo il circolo Il Diamante dove io ero socio. Ufficialmente era un circolo di biliardo, ma in effetti funziona anche da bisca e ci vanno persona da tutte le parti, da Catanzaro, Siderno e altri luoghi a giocare a Texas Hold’em. Si gioca in maniera pesante – ricorda Moscato – arrivando a perdere anche trenta, quarantamila euro a sera. Nel locale giocavamo anche a Baccarà e quando sono stato arrestato l’ultima volta mio fratello mi ha detto che Rosario Fiorillo gli aveva a sua volta riferito che io ero diventato socio del circolo, anche se avrò preso pochi soldi. So che invece altri soci dei Piscopisani prendono molti soldi e Rosario Battaglia mi disse una volta che il circolo aveva fatto 300mila euro in meno di due mesi perché era un periodo che si giocava tantissimo. Oltre a noi e a Domenico Lo Bianco, è socio anche Diego Bulzomì di Vibo che è in ottimi rapporti con Domenico Lo Bianco”. Una parte delle rivelazioni di Raffaele Moscato sulle bische clandestine a Vibo è ancora coperta da segreto investigativo, ma dalle parti invece agli atti dell’operazione “Rimpiazzo” si ricava che il collaboratore ha certamente indicato almeno altre tre bische presenti in città e tutte “riferibili ai Piscopisani”, più un’altra a Vibo Marina ed una a Pizzo che “incassava pure 300mila euro ogni mese e mezzo”. Un’altra bisca molto grossa è invece presente a Tropea dove i Piscopisani detengono il 50% delle quote. 

Gli imbrogli per vincere a Vibo. Raffaele Moscato racconta anche i “metodi” usati dai Piscopisani nella bisca di Vibo. “E’ successo che qualche volta quando Battaglia o Totonno perdevano molti soldi, facevano venire i catanesi i quali, utilizzando un computer nell’appartamento sopra la bisca e dopo aver addomesticato il sabot delle carte, erano in grado di comunicare con un impulso ad una macchinetta ricevente che Battaglia e Totonno si mettevano alla caviglia, quando il banco vinceva o quando perdeva, con ciò consentendogli di vincere. Io addirittura li prendevo in giro – ricorda il pentito – dicendogli che avrei rivelato che baravano, così li avrebbero ammazzati”. Riscontri al racconto di Moscato arrivano dai controlli delle forze dell’ordine, come quello del 20 dicembre 2012 quando alle ore 3.57 di notte in viale della Pace a Vibo, all’interno del circolo “Il Diamante” venivano identificati fra gli altri: Nazzareno Galati, 30 anni, di Piscopio, detto “Fampulla”, arrestato ora nell’operazione “Rimpiazzo”; Michele Fiorillo (cl. ’87), di Piscopio, indagato a piede libero nell’operazione “Rimpiazzo” ed omonimo di Michele Fiorillo (cl. ’86) detto “Zarrillo”, quest’ultimo arrestato; Francesco Narciso, 66 anni, di Vibo; Diego Bulzomì, 43 anni, di Vibo; Domenico Lo Bianco, 41 anni, di Vibo; Rosario Pardea, 58 anni, di Vibo. Un settore di affari illecito, quello delle bische clandestine, che potrebbe riservare non poche sorprese e che aspetta di essere ulteriormente sviluppato dagli inquirenti.            LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta: il pentito Moscato e la “bella vita” dei Piscopisani nelle carceri – Video

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