‘Ndrangheta: Mantella e la droga dei Bonavota nel porto di Genova
Rivelazioni inedite anche sul ruolo di Domenico Cugliari di Sant’Onofrio, Onofrio Garcea e Salvatore Arone, oltre che sul timore per le dichiarazioni di Raffaele Moscato
E’ un fiume in piena Andrea Mantella che anche ai magistrati della Dda di Torino si è rivelato utilissimo per far comprendere loro la struttura del clan Bonavota di Sant’Onofrio e le sue diramazioni fuori dai confini del Vibonese. Prima fra tutte, quella di Carmagnola, in provincia di Torino, al cui vertice viene collocato Salvatore Arone, 60 anni, originario di Sant’Onofrio. Fra gli indagati a piede libero dell’operazione “Carminius” troviamo anche Domenico Cugliari, alias “Micu i Mela”, 60 anni, zio dei fratelli Pasquale, Domenico, Nicola e Salvatore Bonavota. Sulla sua figura si sofferma a lungo Andrea Mantella con i pm della Dda di Torino. “Conosco molto bene Domenico Cugliari – spiega il collaboratore di giustizia – ed è ai vertici della cosca Bonavota, secondo solo a Pasquale Bonavota, e ricopre la carica di contabile della cosca”. Mantella spiega quindi che Domenico Cugliari (“Micu i Mela”) avrebbe investito i suoi capitali in Piemonte con suo cognato Salvatore Arone e ciò per due motivi: uno di ordine economico e l’altro di natura giudiziaria. Per quanto attiene alla motivazione di ordine economica, Mantella ha spiegato ai magistrati della Dda di Torino che il “paese di Sant’Onofrio non fornisce grandi opportunità economiche per cui per poter effettuare degli investimenti si è costretti ad emigrare altrove. “Per tale motivo Domenico Cugliari – mette a verbale Mantella – è salito a Torino perché a Sant’Onofrio, esclusa la raccolta delle olive, non c’è nulla e la ‘ndrangheta deve andare in un terreno che dia qualche frutto”. L’altra motivazione, quella che Mantella ritiene come la più importante, è data dal timore di Domenico Cugliari di essere attinto da qualche misura restrittiva, soprattutto in seguito alla scelta di Raffaele Moscato di collaborare con la giustizia. Dichiara a tal proposito Andrea Mantella: “So che Domenico Cugliari quando ha appreso della collaborazione di Moscato, è scappato temendo le sue dichiarazioni. Credo che tutti temano le dichiarazioni di Moscato, anche gli Arone. E ancor di più credo si tema le mie dichiarazioni. So che Micu i Mela si guardava preoccupato ed è venuto via da Sant’Onofrio quando ha saputo della collaborazione ed è venuto a Torino mettendo, come fa di solito, i cartelli vendesi sulle sue proprietà e fingendosi malato. So che a Torino Domenico Cugliari traffica droga, opera nell’edilizia ed ha qualche proprietà. So che prendeva delle macchine perché aveva una specie di autosalone all’uscita dell’Autostrada di Sant’Onofrio dove le rivendeva”.
Andrea Mantella svela poi dei particolari del tutto inediti sull’alleanza fra i Bonavota, gli Arone ed Onofrio Garcea, il 69enne originario di Pizzo Calabro, imparentato con gli stessi Bonavota, e ritenuto al vertice del “locale” di ‘ndrangheta di Genova. “Era Onofrio Garcea – racconta Mantella – che li riforniva di stupefacenti che faceva giungere al porto di Genova. So che Pasquale Bonavota, Onofrio Garcea e Turi Arone si rifornivano fra Genova, Torino e Roma. Ad eseguire le loro intese sono Antonio Serratore, Franco Mandaradoni e Barbieri. Onofrio Garcea insieme agli Arone ha sostenuto i Bonavota durante la guerra di mafia. A Torino ci sono delle società finanziarie che prestano denaro che sono di Garcea, Arone e Bonavota. La droga – prosegue il collaboratore di giustizia – veniva scaricata nel porto di Genova e poi Onofrio Garcea riforniva le varie famiglie. Parlo di una cosa che toccai con mano – aggiunge Mantella – nell’estate del 2009 quando ebbi contatti con Onofrio Garcea che all’epoca aveva molta roba da vendere. C’era stato a monte il finanziamento di varie famiglie. Fatta la raccolta, la droga viene smistata fra le famiglie che hanno finanziato l’importazione. Antonio Serratore faceva tutto ciò per la famiglia Bonavota-Arone-Cugliari”. Onofrio Garcea nell’ottobre scorso è stato condannato dalla Corte d’Appello di Genova a 7 anni e 9 mesi di reclusione per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione denominata “Maglio 3”. In foto nel riquadro: il porto di Genova, Andrea Mantella ed Onofrio Garcea. Nel testo: Domenico Cugliari e Pasquale Bonavota LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta: “Carminius”, le accuse inedite del pentito Mantella contro i Bonavota
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