Tentata estorsione a Soriano, una condanna ed un’assoluzione
Erano accusati di aver avvicinato un operaio che stava effettuando dei lavori edili per chiedergli una somma al fine di farlo “stare tranquillo”
Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Tiziana Macrì, ha condannato ad un anno e 8 mesi Salvatore Zannino, 43 anni, di Sorianello, mentre ha assolto Domenico Tassone, 36 anni, di Soriano Calabro, ma residente a Vazzano. Tentata estorsione ad una ditta edile, l’accusa mossa dalla Procura che aveva chiesto 3 anni e 4 mesi per Tassone (difeso dall’avvocato Vincenzo Galeota) e 3 anni per Zannino (difeso dagli avvocati Sandro D’Agostino e Mazzaferro).
Le indagini hanno avuto inizio nel mese di febbraio 2019 quando un imprenditore edile, originario di Arena, ha denunciato un tentativo di estorsione posto in essere ai suoi danni nel territorio di Soriano. [Continua in basso]
Nella circostanza, l’operaio della ditta in questione ha denunciato che mentre stava eseguendo dei lavori per la pulizia strade, è stato avvicinato da due soggetti a bordo della stessa autovettura, i quali hanno richiesto, dapprima, se avesse «preso lui l’appalto» e successivamente l’importo totale dei lavori. L’operaio rispondeva di non sapere tale dato e visto ciò, i due gli richiedevano la somma contante di 1.000 euro per l’esecuzione del lavoro, che poi ammontava al 5% dell’importo complessivo dell’appalto.
Domenico Tassone è il giovane con cui si trovava il 26 ottobre del 2012 il 19enne Filippo Ceravolo rimasto ucciso per errore in un agguato che doveva colpire proprio Domenico Tassone.