Concussione ad imprenditore, arrestati due carabinieri in servizio a Vibo
Secondo la Procura di Palmi hanno costretto il titolare di una palestra a versare una somma di 1000 euro per comprare il silenzio di una terza persona pronta ad accusarlo
In esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palmi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere due sovrintendenti dei carabinieri in servizio a Vibo Valentia, il vice brigadiere Armando Palummo e il vice brigadiere Mirco Carafa. Le indagini, coordinate dal procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza e dal sostituto procuratore Enrico Barbieri, svolte anche mediante attività tecniche, hanno consentito in poco tempo di raccogliere a carico dei due militari dell’Arma gravi indizi di colpevolezza in ordine al loro coinvolgimento in un episodio di concussione ai danni di un imprenditore operante nel settore del fitness. L’attività d’indagine, avviata a seguito della denuncia sporta dall’imprenditore, ha permesso ai carabinieri del gruppo di Gioia Tauro di accertare che i due carabinieri, in concorso tra loro e liberi dal servizio, abusando della qualità di appartenenti all’Arma dei carabinieri che era nota al denunciante, hanno costretto l’imprenditore a versare una somma di denaro, pari a 1000 euro, per “comprare” il silenzio di una terza persona, asseritamente pronta a rilasciare dichiarazioni accusatorie sul conto dell’imprenditore, lasciando intendere, in maniera anche esplicita, che il mancato pagamento avrebbe comportato la sua rovina. In virtù delle risultanze investigative dei carabinieri di Gioia Tauro, il 18 febbraio scorso Palummo è stato arrestato in flagranza di reato, poiché sorpreso mentre usciva dall’esercizio commerciale della vittima con addosso la somma di mille euro, ricevuta poco prima dall’imprenditore. Il 22 febbraio successivo, all’esito dell’udienza di convalida, il gip del Tribunale di Palmi, concordando pienamente con la richiesta avanzata dalla Procura di Pami, ha convalidato l’arresto e ha disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dei due militari dell’Arma i quali, a formalità di rito espletate, sono stati associati rispettivamente nelle case circondariali di Reggio Calabria-Arghillà e Vibo Valentia, con l’accusa di concussione in concorso. La vicenda ha quindi permesso di assicurare alla giustizia due appartenenti all’Arma dei carabinieri rivelatisi secondo gli inquirenti totalmente infedeli e la cui condotta è risultata antitetica – come spiegato dalla Procura di Palmi – rispetto ai valori che, da sempre, connotano invece l’istituzione d’appartenenza.