Marijuana: piantagione “milionaria” a Limbadi, assolto l’imputato
Oltre 1.100 le piante scoperte dai carabinieri nel 2019. La difesa si è battuta per dimostrare l’assenza di elementi circa la riconducibilità della coltivazione al proprio assistito
Assolto per non aver commesso il fatto. Questo il verdetto del Tribunale monocratico di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Chiara Sapia, nei confronti di Pantaleone Brosio, 34 anni, di Caroni Limbadi, arrestato e finito ai domiciliari il 4 agosto scorso 2019 e poi scarcerato dal Tdl il 6 settembre successivo per difetto di gravità indiziaria. Era con accusato di aver curato 1.100 piante di marijuana nelle campagne limitrofe al luogo di residenza e nei suoi confronti l’ufficio di Procura aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione. Difeso dagli avvocati Giulio Ceravolo e Francesco Sabatino, l’imputato è stato però assolto dalle contestazioni con formula ampia. [Continua in basso]
La grossa piantagione di marijuana era stata scoperta e sequestrata dai carabinieri fra una folta siepe di rovi che contornava un appezzamento di terreno. Le piante di canapa indiana, tutte in un avanzato stato di fioritura, misuravano tra i 170 e i 200 centimetri di altezza ed erano innaffiate grazie ad un complesso sistema di irrigazione che prelevava l’acqua da un vicino corso d’acqua. Dopo un appostamento, i militari avevano notato giungere sul luogo Pantaleone Brosio, nei confronti del quale era scattato l’arresto in flagranza per la piantagione rinvenuta che avrebbe potuto fruttare – una volta immessa sul mercato – circa un milione di euro. I legali dell’imputato (Ceravolo e Sabatino) sono però riusciti a dimostrare in Tribunale l’estraneità del proprio assistito rispetto all’accusa e l’assenza di elementi per ricondurre a Pantaleone Brosio la coltivazione e da qui l’assoluzione. Fra 90 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza.
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