‘Ndrangheta: operazione “Nemea”, Ciconte passa ai domiciliari
Il Riesame attenua la misura cautelare per il 26enne finito in carcere nell’ambito dell’operazione contro i Soriano di Filandari
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, giudicando in sede di annullamento con rinvio ad opera della Corte di Cassazione, ha concesso gli arresti domiciliari a Luca Ciconte, 26 anni, di Sorianello, di fatto domiciliato a Pizzinni di Filandari, marito di Caterina Soriano, figlia del defunto Roberto Soriano (presunta vittima della “lupara bianca”) e di Graziella Silipigni. Luca Ciconte ha così lasciato il carcere. E’ coinvolto nell’operazione “Nemea” contro il clan Soriano. Nel corso dell’udienza dinanzi al Riesame, il pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, ha depositato nuovi atti, successivi all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed oggetto del recente avviso di conclusione delle indagini preliminari. Luca Ciconte è accusato del reato di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico (cocaina, eroina, marijuana e hashish), estorsione, detenzione di armi e droga. Reati aggravati dalle modalità mafiose. La discussione difensiva degli avvocati Giuseppe Di Renzo e Daniela Garisto si è incentrata in ragione delle statuizione della Cassazione sulla non ricorrenza delle modalità mafiose e sull’inesistenza, secondo la difesa, dell’ingente quantitativo di sostanza stupefacente. La Suprema Corte aveva già escluso la ricorrenza per Luca Ciconte l’ipotesi di reato relativa alla detenzione di munizioni aggravata dalle finalità mafiose. LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta: chiusa l’inchiesta sul clan Soriano, gli indagati salgono a 17
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